Milano, i caporali usano sms e passaparola per reclutare gli immigrati

by Sergio Segio | 12 Maggio 2011 18:38

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MILANO – Sono meno visibili gli assembramenti nelle piazze cittadine all’alba. I caporali cercano di passare inosservati e ricorrono a sempre più spesso al passaparola e alla comunicazione via sms per organizzare le squadre di lavoranti a giornata. In edilizia a Milano e provincia una quota che oscilla tra il 30 e il 40% della manodopera lavora in nero, spiega Franco De Alessandri, segretario della Fillea Cgil di Milano. “E’ difficile avere dati precisi sul caporalato, anche perché la loro presenza è legata alla domanda del mercato”, puntualizza De Alessandri. Quando si aprono i cantieri delle grandi opere pubbliche o l’edilizia privata conosce una fase particolarmente vivace i caporali sono particolarmente attivi; per poi rallentare l’attività  quando il mercato rallenta. “A livello intuitivo, possiamo però stimare che i 15% del totale dei lavoratori vengano reclutati da caporali”, osserva De Alessandri.  

Una situazione di sfruttamento che non si ferma ai confini della città , ma si estende alle campagne della provincia di Milano. “Ma con la crisi non sono solo gli stranieri che vengono reclutati dai caporali per lavorare nei campi, ma anche italiani -spiega Claudio Superchi, segretario generale Flai Cgil Milano, il sindacato dei lavoratori agricoli-. Ma è comunque difficile quantificare il fenomeno”. I caporali entrano in azione ad esempio in vista della vendemmia, quando le campagne hanno più bisogno di braccia, e quando si aprono le stagioni di raccolta di frutta e verdura”.  

Per combattere questo fenomeno, Fillea e Flai hanno deciso di mettere la questione del lavoro nero e del caporalato al centro della propria azione sindacale. “Oggi in Italia il reato di caporalato è punita con una multa di 50 euro -spiega De Alessandri-. Per questo chiediamo al Parlamento di approvare una legge che riconosca la gravità  di questo reato e lo punisca sanzioni di carattere penale”. Inoltre il sindacato chiede alle istituzioni (Comune, Provincia e Regione) una maggiore attenzione al fenomeno. (is)  

 

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