Manifesti, volantini, scritte: ecco come si alimenta l’odio razzista

Loading


www.cronachediordinariorazzismo.org ROMA – “Il mio sangue è rosso come il tuo? E’ il cervello che è diverso”. “Proteggi l’identità , chiudiamo le frontiere”. E ancora: l’immigrazione è come uno sparo in bocca, ogni giorno l’Italia è stuprata, gli stranieri sono belve che mettono le mani sui tuoi figli; un fiammifero per ogni tunisino, asili lavoro scuola sanità : loro vengono sempre prima, in Italia ogni tre ore un immigrato violenta una donna… E’ una vera e propria galleria degli orrori quella che ha raccolto, e continuerà  a raccogliere, Lunaria sul sito appena attivato http://www.cronachediordinariorazzismo.org/: 260 immagini (finora) di manifesti e volantini utilizzati dai partiti, prevalentemente di destra, che fanno ricorso alla peggiore iconografia per alimentare l’odio razzista. Oppure, scritte fotografate sui muri delle nostre città . I gruppi bersaglio sono quelli di sempre: i rom, i  musulmani, gli ebrei, i neri o, semplicemente, i migranti.
“Non potevamo chiamarla in altro modo che galleria degli orrori – dice Grazia Naletto di Lunaria -. Ci siamo chiesti se fosse giusto pubblicarli e se,  in questo modo, non contribuiamo a veicolare il razzismo. Le immagini che sono qui pubblicate sono già  disponibili in rete, noi non facciamo altro che raccoglierle per testimoniare come nel nostro Paese l’istigazione al razzismo è molto più diffusa di quanto si pensi. Forse anche perché sono rari i casi in cui viene punita”.

Non è sempre facile risalire agli autori. Palesi i manifesti e volantini della Lega Nord, di Forza Nuova e soprattutto del fantomatico gruppo di Resistenza nazionale che imperversa su Youtube e che vaneggia che “senza immigrati il crimine crollerebbe”, che “Corte costituzionale, Unione europea, Onu, circoli economici usano l’immigrazione contro i popoli” e hanno stilato un decalogo i cui punti cardine sono “non assumere immigrati, non frequentare locali etnici, non fraternizzare con l’immigrato, non affittargli casa, ama il prossimo tuo e discrimina l’immigrato”.
“Noi facciamo ricerca in rete – spiega Naletto –, dove non sempre è facile risalire agli autori. Alcuni di questi messaggi razzisti sono ospitati in siti che non sono quelli ufficiali del gruppo di riferimento o in gruppi Facebook, se apparissero in siti ufficiali sarebbero passibili di denuncia in base alla legge Mancino (‘Misure urgenti in materia di discriminazione razziale, etnica e religiosa’, del 1993, ndr). I gruppi Facebook li monitoriamo costantemente – prosegue Naletto – e facciamo segnalazioni all’Unar (Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali) e alla Polizia postale per chiederne la chiusura laddove la riteniamo necessaria. Il fatto è che molti chiudono e riaprono dopo poco. Quando l’origine dei siti non è chiara – e il fatto che spesso i server sono all’estero non aiuta – è complicata la lotta al razzismo su internet”.
L’auspicio dei promotori di  http://www.cronachediordinariorazzismo.org/ è che queste immagini vengano utilizzate nelle scuole, nelle associazioni giovanili, nei quartieri per promuovere campagne di sensibilizzazione che documentino gli orrori del razzismo. (ep)

Guarda la “Galleria degli orrori

 

© Copyright Redattore Sociale


Related Articles

La crisi fa crescere il razzismo: lavoro, casa e salute sempre più difficili in Ue

Loading

 

“Rapporto ombra” 2010-2011 dell’Enar. Impatto negativo per le minoranze soprattutto per la disoccupazione e la precarietà . Ma anche per l’aspettativa di vita, la violenza. Le leggi ci sono, ma restano inapplicate

Turchia. La repressione continua: 147 condanne per tentato golpe e nessuna verità

Loading

Il maxi processo si chiude con dure pene carcerarie (tra cui 32 ergastoli) e accuse di torture e pestaggi in cella. Ma non c’è luce sulle responsabilità politiche né sui legami tra l’Akp di Erdogan e la rete Hizmet di Gulen. Il ruolo europeo si riduce al penoso siparietto della sedia negata a Von der Leyen

L’Onu: no ai respingimenti

Loading

Il presidente Napolitano: accogliamo i profughi che arrivano dalla Libia. Nessuna invasione. Ma il 2010 è stato tragico, con 44 milioni di persone in fuga dalla guerra

 

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment