Maggioranza nel caos alla Camera governo battuto per cinque volte
ROMA – Una, due, tre, quattro volte sotto. Mattina amara per governo e maggioranza ieri alla Camera. Quattro ceffoni in sequenza al momento del voto delle mozioni sulla situazione carceraria. E nel pomeriggio arriva il quinto tracollo: passa un ordine del giorno dell’Idv sulla ratifica del trattato contro l’uso delle bombe a grappolo. Nel primo voto, il testo presentato da Fli, la maggioranza perde addirittura con 10 voti di scarto: 264 contro 254.
Naturalmente sui banchi dell’opposizione si fa festa. Appena proclamato il primo ko, Dario Franceschini commenta su Twitter: «La maggioranza è stata battuta al primo voto in aula dopo le elezioni. Non male… «. E Pd Pierluigi Bersani conviene: «Beh, il governo in buona salute non sta… «.
Una situazione che spinge il segretario del Pd a dare un giudizio complessivo molto duro sui ballottaggi e sugli scenari futuri: «Berlusconi e Bossi faranno quel che vorranno. – dice Bersani – Noi diciamo da un anno che questo governo non affronta i problemi. Non abbiamo mai parlato di ora “x” per le amministrative, ma questa maggioranza non regge, non prende atto della sua crisi politica».
L’altro schieramento, invece, getta acqua sul fuoco, parla del solito incidente di percorso parlamentare. «Assenze solo occasionali, dovute ad orari, tempi e campagna elettorale», spiega Fabrizio Cicchitto. E Angelino Alfano parla di «rilassatezza post-elettorale».
Ma a guardare i numeri e le assenze il tracollo segnala un gran mal di pancia. Al momento del voto mancavano infatti ben 12 responsabili su 29. Assenti erano quelli che aspettano da mesi lo strapuntino governativo: Pionati, la Siliquini. Assenti il neo ministro Romano, il neo consigliere del premier Calearo. Rimasti a casa anche Barbarossa e Tanoni.
Non ha votato Iannaccone, segretario di “Noi Sud”. Ma ha spiegato che non era in aula perché non è riuscito a parcheggiare la macchina. Erano assenti anche 16 pidiellini, tra cui il vice capogruppo Corsaro. E allora giù con le ipotesi. L’assenza del leader di “Noi Sud” è legata alla scissione che si starebbe consumando dentro il gruppo dei Responsabili: Iannaccone sarebbe pronto a fare un nuovo gruppo insieme a Gianfranco Miccichè. Gli altri, quelli del Pdl, invece complotterebbero contro Cicchitto.
Alcuni però nel centrodestra il problema della tenuta della maggioranza se lo pongono veramente. «Le sconfitte subite oggi sulle mozioni dimostrano che senza la presenza dei membri del governo a Montecitorio non abbiamo la maggioranza», ammette Mario Pepe. Il deputato, già Pdl, ora “prestato” ai Responsabili suggerisce al Cavaliere anche la soluzione: «Se fossi Berlusconi, farei dimettere dall’incarico di deputato tutti i membri del governo in modo che possano loro subentrare nuovi parlamentari che assicurino la propria presenza».
Ieri, in effetti, un parlamentare è subentrato ad un altro. Roberto Marmo, piemontese, ha preso il posto di Marco Botta che ha preferito il Consiglio regionale. Solo che Marmo, forzista di vecchia data, in un primo momento, aveva annunciato di iscriversi al gruppo dei Responsabili. Con tanto di annuncio in aula da parte del presidente di turno Lupi. Ma la sua conterranea Armosino lo ha accompagnato nello studio di Denis Verdini e in tre ore Marmo è tornato nel Pdl.
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