L’utile delle FS e la ragion di stato

by Editore | 18 Maggio 2011 6:53

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Per la prima volta, il bilancio è redatto secondo i principi contabili Ias-Ifrs, condizione necessaria per emettere obbligazioni senza la garanzia dello Stato. Il gruppo guidato da Mauro Moretti potrà  così limare il costo di 10 miliardi di debiti. Perché questa condizione contabile sia anche sufficiente serve che il nuovo piano industriale al 2015, pronto a giugno, convinca gli analisti. Intanto, nei conti 2010 si intravedono un’opera di pulizia e un problema. La prima consiste nell’eliminazione del fondo di ristrutturazione e nella proporzionale svalutazione delle immobilizzazioni. Passivi e attivi patrimoniali si riducono di 24 miliardi sostanzialmente fittizi. Il fondo era stato costituito nel 1998 e poi due volte integrato in contropartita di un valore dell’infrastruttura esagerato, figlio della contabilità  pubblica precedente la trasformazione delle Fs in società  per azioni. In teoria, sarebbe stato più semplice svalutare gli attivi così da allinearli al rendimento ragionevolmente atteso. Ma in tal modo lo Stato avrebbe dovuto ricapitalizzare le Fs aumentando di parecchio il debito pubblico: impossibile alla vigilia dell’ingresso nell’euro. Di qui il machiavellismo contabile, che non è un’invenzione di Tremonti: le immobilizzazioni restavano alte, ma il surplus di ammortamenti si compensava attingendo al fondo così da salvare il conto economico. Il giochetto, figlio della ragion di Stato, ha reso spesso opinabili i conti, ancorché benedetti da sindaci e periti. Ora tutto è un po’più chiaro. Bene, ma c’è un problema che si annida proprio nell’infrastruttura la cui gestione è affidata a Rfi. Metà  dei 2 miliardi di ricavi di Rfi viene dallo Stato per le manutenzioni, metà  da Trenitalia quale pedaggio per l’uso della rete ferroviaria. Il pedaggio, stabilito dal ministero e fermo da parecchi anni, è una partita di giro se tutto si svolge dentro il gruppo Fs. Ma con la liberalizzazione la rete viene usata anche da altri soggetti, pubblici e privati, italiani ed esteri, e allora il pedaggio dovrebbe remunerare il capitale. Oggi Rfi ha 33 miliardi di capitale e guadagna 91 milioni. Il pedaggio è giusto?

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