Lotta all’immigrazione clandestina. Più facile reintrodurre i visti nella Ue

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BRUXELLES – Una clausola di salvaguardia per reintrodurre rapidamente in Europa l’uso dei visti “in caso di improvvisi aumenti dei flussi migratori” dai Paesi, come quelli dei Balcani occidentali, dove essi sono stati liberalizzati; una nuova politica comune per l’asilo; l’avvio di accordi “su misura” con i Paesi del Nord Africa; facilitazioni per l’ingresso nella Ue di studenti, ricercatori e uomini d’affari. Sono i punti essenziali del pacchetto di misure contro l’immigrazione clandestina in Europa che è stato presentato oggi dalla Commissaria europea per gli affari interni, Cecilia Malmstrom.

Secondo Bruxelles il pacchetto di misure, che fa seguito alla comunicazione del 4 maggio scorso, ha lo scopo di “gestire meglio i flussi migratori dalla sponda sud del Mediterraneo” e “far sì che il regolamento attuale dei visti non permetta abusi”. Resta “assolutamente cruciale”, per la Commissione, “la solidarietà  con gli Stati membri più esposti di fronte alle pressione resta assolutamente cruciale”.

“Quello che propongo oggi – ha detto la Commissaria – va oltre l’urgenza. Il nostro piano è quello di sviluppare una cooperazione più strutturata con i paesi del Nord Africa. E’ interesse tanto della Ue quanto dei paesi nordafricani di promuovere la mobilità  ed una migrazione ben gestita”. “L’Europa – ha rilevato la Malmstrom – sarà  sempre più dipendente dai lavoratori immigrati. Il potenziale offerto dal Nord Africa dovrebbe essere sfruttato con benefici per entrambe le parti”.

Nel pacchetto di misure è prevista anche l’introduzione di una “clausola di salvaguardia” nella attuale politica europea dei visti. Si tratta di un emendamento che, passando per una “corsia preferenziale”, permetterà  entro poche settimane di rivedere con estrema rapidità  la lista dei paesi i cui cittadini hanno bisogno di visto per entrare nell’Unione europea.
Attualmente il processo di entrata ed uscita dalla lista dura anni, lo scopo della clausola è quello di “impedire abusi” e fronteggiare “ogni possibile conseguenza negativa delle liberalizzazione dei visti”, rinforzando le frontiere esterne rapidamente “in casi eccezionali e ben determinati” di fronte a “imprevedibili e improvvisi” flussi migratori. Attualmente i visti sono necessari per tutti i paesi del nord africa, mentre sono stati liberalizzati per i paesi dei Balcani occidentali come Serbia, Macedonia, Montenegro e Albania.

La Commissaria ha detto di “non avere alcun paese in mente” verso il quale pensare ad una reintroduzione dei visti e che la clausola è pensata come “ultima ratio”, che spera “di non doverla usare mai”, ma che essa sarà  necessaria “per garantire l’integrità  del sistema”.


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