«Osama è morto Vi colpiremo»

by Editore | 7 Maggio 2011 7:02

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A cinque giorni dall’uccisione di Osama bin Laden, è arrivata ieri la conferma di Al Qaeda, con un lungo comunicato diffuso dai siti islamici, intriso di minacce contro gli americani. «Lo sceicco combattente Abu Abdallah, Osama bin Muhammad bin Laden è stato ucciso dai proiettili del tradimento e dell’apostasia», si legge nel testo postato su diversi siti web a contenuto islamista. «Se gli americani sono stati in grado di uccidere Osama, non c’è nulla di cui vergognarsi, ma gli americani sapranno con i loro media, i loro agenti, il loro equipaggiamento, uccidere ciò a cui lo sceicco Osama ha dedicato la sua vita? ». «Confermiamo che il sangue dello sceicco combattente Osama bin Laden non è stato versato invano e che sarà  una maledizione che perseguiterà  gli americani ed i loro agenti, all’interno e e fuori dal loro paese». 
Al Qaeda ha annunciato poi la diffusione di un messaggio audio suppostamente registrato da Bin Laden sette giorni prima della morte. Il messaggio audio si conclude con una poesia dello sceicco, dedicata alle rivolte in Medio Oriente e Nord Africa. Nel comunicato con cui l’organizzazione terroristica ha annunciato la morte di bin Laden, si anticipa che la poesia inneggia all’orgoglio espresso dai rivoltosi, affrontando i tiranni con la verità ». Nella poesia si dice che «dipende solo dalla volontà  personale una morte da schiavo o da uomo libero».
Al Qaeda esorta anche la popolazione del Pakistan a «rivoltarsi» contro i leader del Paese. «Invitiamo la nostra gente musulmana del Pakistan – si legge – a sollevarsi e rivoltarsi per eliminare questa macchia di vergogna con cui è stata sporcata da una cricca di traditori e ladri». 
La morte di bin Laden – ucciso a sangue freddo da un commando armato che agiva in un paese straniero – ha scatenato varie manifestazioni in diverse città  del Pakistan. A Quetta, nella provincia del Baluchistan, un migliaio di persone ha sfilato per ricordare bin Laden e invocare un jihad contro gli Stati Uniti. «Lunga vita a Osama», scandivano i manifestanti, che hanno anche bruciato una bandiera americana durante la manifestazione organizzata dopo la preghiera del venerdì dal partito islamico Jamiat-Ulema-e-Islam. Contro l’uccisione di bin Laden si è manifestato anche a Karachi, la città  più popolosa del Pakistan, nella provincia meridionale del Sindh, dove sono stati sparati alcuni colpi di arma da fuoco. 
All’estero, almeno 300 manifestanti appartenenti a organizzazioni islamiche salafite si sono radunati al Cairo per condannare la morte di Osama e sono stati bloccati dalla sicurezza egiziana nei pressi dell’ambasciata degli Stati Uniti. Altri 3 mila hanno pregato in una moschea nella capitale egiziana per il capo di Al Qaeda.
Nel riconoscere l’avvenuta morte del capo, al Qaeda manda comunque una serie di minacce. «È finita la vita dello sceicco del jihad in questa epoca, ma rimangono il suo sangue, le sue parole e le sue posizioni – si legge – come linfa vitale che scorre nelle vene delle generazioni islamiche. Queste generazioni hanno capito che la leadership non è un titolo che viene acquisito e i principi non sono parole dette e messe in bocca». 
Proprio ieri, l’intelligence statunitense ha fatto sapere che avrebbe scopeto dai computer trovati nel covo di bin Laden i piani per una serie di attentati da organizzare. Nel febbraio del 2010 Al Qaeda ha ipotizzato di colpire il sistema ferroviario americano per causare un alto numero di vittime. L’idea era di provocare il deragliamento di un treno, magari facendolo precipitare da un ponte. Come possibili date dell’attentato: Natale, Capodanno e il decimo anniversario dell’11 settembre. Queste informazioni sono emerse da una prima quanto sommaria analisi della documentazione sequestrata nel rifugio di Osama. Nel confermare la rivelazione, le autorità  hanno però aggiunto una precisazione importante: il piano non era entrato ancora nella fase operativa, non esiste alcuna minaccia specifica e si tratta probabilmente di uno dei molti scenari considerati dai terroristi.

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