«Il cadavere era stato ibernato». Le teorie del complotto sul web

by Editore | 6 Maggio 2011 8:34

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Un primo gruppo dice che Bin Laden non è morto. Include i talebani (che dall’Afghanistan hanno definito «prematuro» l’annuncio e «insufficienti» le prove) e il governo iraniano (l’agenzia di Stato ha dichiarato: «La morte di Osama è una menzogna» ). Sono d’accordo molti americani dall’Oregon al New Jersey, che secondo Yahoo. com si stanno intensamente documentando digitando «Bin Laden conspiracy» sul motore di ricerca. Su Facebook sono nati un centinaio di gruppi intitolati «Osama bin Laden is NOT dead» : alcuni contano migliaia di fan. E i «birthers» , cioè gli americani che credono che il presidente sia nato in Kenya o in Indonesia, hanno trovato una nuova causa: dalla nascita di Obama in America sono passati a dubitare della morte di Osama. C’è chi li chiama i «deathers» . C’è un secondo gruppo, invece, che chiede: «Osama è morto… di nuovo?» In America include conservatori e liberal. «Il cadavere era ibernato da quasi 10 anni» , sostiene sul sito InfoWars. com il conduttore radiofonico texano Alex Jones— che in passato ha affermato che l’ 11 Settembre sia stato opera del governo americano. Jones cita a proprio sostegno l’ex segretaria di Stato di Bill Clinton, Madeleine Albright che nel 2003 in un’intervista alla tv conservatrice Fox disse: «Credete che Bush abbia nascosto Osama e lo voglia tirar fuori prima delle elezioni?» . Albright precisò poi che stava scherzando, ma il commento è stato preso sul serio (o usato come tale). «Se credi all’ultima morte di Osama sei uno stupido» , ha scritto su Facebook l’attivista pacifista Cindy Sheenan, che ha perso un figlio nella guerra in Iraq. In Pakistan è una teoria accreditata: circola un video di Benazir Bhutto che nel 2007 assicurò che Osama era stato ucciso. Obama l’avrebbe «ucciso di nuovo» in vista delle elezioni o per continuare a usare i droni in Pakistan. Infine c’è chi non propone storie alternative ma solleva dubbi: alcuni sono dei provocatori come Andy Martin, uno dei fondatori dei «birthers» . Altri non hanno alcuna fiducia nei confronti dei propri leader e dei media. Scrive su Facebook uno studente universitario di Peshawar: «Non so a cosa credere. Ho 10 diverse teorie in testa. E non ce n’è una che abbia senso» .

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