«Il cadavere era stato ibernato». Le teorie del complotto sul web

Loading

Un primo gruppo dice che Bin Laden non è morto. Include i talebani (che dall’Afghanistan hanno definito «prematuro» l’annuncio e «insufficienti» le prove) e il governo iraniano (l’agenzia di Stato ha dichiarato: «La morte di Osama è una menzogna» ). Sono d’accordo molti americani dall’Oregon al New Jersey, che secondo Yahoo. com si stanno intensamente documentando digitando «Bin Laden conspiracy» sul motore di ricerca. Su Facebook sono nati un centinaio di gruppi intitolati «Osama bin Laden is NOT dead» : alcuni contano migliaia di fan. E i «birthers» , cioè gli americani che credono che il presidente sia nato in Kenya o in Indonesia, hanno trovato una nuova causa: dalla nascita di Obama in America sono passati a dubitare della morte di Osama. C’è chi li chiama i «deathers» . C’è un secondo gruppo, invece, che chiede: «Osama è morto… di nuovo?» In America include conservatori e liberal. «Il cadavere era ibernato da quasi 10 anni» , sostiene sul sito InfoWars. com il conduttore radiofonico texano Alex Jones— che in passato ha affermato che l’ 11 Settembre sia stato opera del governo americano. Jones cita a proprio sostegno l’ex segretaria di Stato di Bill Clinton, Madeleine Albright che nel 2003 in un’intervista alla tv conservatrice Fox disse: «Credete che Bush abbia nascosto Osama e lo voglia tirar fuori prima delle elezioni?» . Albright precisò poi che stava scherzando, ma il commento è stato preso sul serio (o usato come tale). «Se credi all’ultima morte di Osama sei uno stupido» , ha scritto su Facebook l’attivista pacifista Cindy Sheenan, che ha perso un figlio nella guerra in Iraq. In Pakistan è una teoria accreditata: circola un video di Benazir Bhutto che nel 2007 assicurò che Osama era stato ucciso. Obama l’avrebbe «ucciso di nuovo» in vista delle elezioni o per continuare a usare i droni in Pakistan. Infine c’è chi non propone storie alternative ma solleva dubbi: alcuni sono dei provocatori come Andy Martin, uno dei fondatori dei «birthers» . Altri non hanno alcuna fiducia nei confronti dei propri leader e dei media. Scrive su Facebook uno studente universitario di Peshawar: «Non so a cosa credere. Ho 10 diverse teorie in testa. E non ce n’è una che abbia senso» .


Related Articles

Tagli e pochi investimenti. I grandi giornali in crisi

Loading

Il gruppo Espresso annuncia sforbiciate, ma non rinuncia ai dividendi: distribuiti 24 milioni. Il Sole non sfonda

Il giornale esce, ma i giornalisti sono licenziati

Loading

La vecchia redazione è stata chiusa e i computer portati via insieme agli effetti personali dei giornalisti. La nuova redazione, invece, nessuno sa dove si trovi, eppure è là  che viene fatto il giornale. Senza i suoi giornalisti.

Wikipedia si auto-oscura Le giornate (insolite) senza il «sapere» online

Loading

ROMA — Enzo Bianco, senatore del Pd, stenta a crederci: «Sono sgomento. E adesso come si fa?». Adesso lui, che è stato ministro dell’Interno e presidente del Copaco, non sa più come fare senza Wikipedia. «Lo uso sempre. Quando mi chiedono di incontrare persone, anche a livello internazionale, io prima di decidere clicco su Wikipedia e acquisisco informazioni. È uno strumento insostituibile».

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment