Libia, Mosca si schiera con l’Occidente

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DEAUVILLE – La Russia abbandona Gheddafi al suo destino, si schiera sulla linea degli occidentali e dice al colonnello che deve abbandonare il potere. In cambio, Mosca ottiene un avvertimento generico nei confronti della Siria. È questa la sorpresa finale del G8 di Deauville: un mediatore russo arriverà  nelle prossime ore a Bengasi nel tentativo di mettere fine al conflitto. Nicolas Sarkozy è stato esplicito: «Non ci sono mediazioni possibili con Gheddafi. I soldati devono rientrare nelle caserme e lui deve andarsene. Si possono discutere le modalità  della partenza». Poco dopo, Dmitri Medvedev non ha detto cose molto diverse: «Il mondo non lo considera più come il leader libico». E il presidente russo ha sottoscritto la dichiarazione finale del G8, in cui è scritto che il dittatore «non ha nessun futuro in una Libia libera e democratica. Deve andarsene». Medvedev ha inviato a Bengasi Michail Margelov, rappresentante russo per l’Africa.

Sarkozy ha elogiato il presidente russo («abbiamo bisogno del suo aiuto»), ma non ha fatto cenno alla contropartita: la moderazione contro il regime siriano. Certo, la dichiarazione chiede la fine del ricorso alla forza e minaccia «altre misure», peraltro non specificate, ma non è particolarmente intransigente. E Medvedev si è limitato a invitare Assad ad avviare le riforme. Mosca, tuttavia, non vuol neanche sentir parlare della risoluzione Onu contro Damasco: l’Africa del Nord e il Medio Oriente sono due cose diverse, dice il vice-ministro degli esteri, Sergei Ryabkov. Secondo i diplomatici occidentali, Mosca avrebbe accettato di mollare Gheddafi per rientrare nei giochi della diplomazia internazionale.

 


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