by Sergio Segio | 2 Maggio 2011 8:19
MILANO – «Abbiamo ascoltato il presidente della Repubblica, credo abbia assolutamente ragione: i sindacati divisi sono sindacati più deboli». Il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, lo dice dando il via alla manifestazione per il Primo Maggio a Marsala, alla quale erano presenti anche il segretari di Cisl e Uil, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti. «Insistiamo a dire che le differenze ci sono e non si superano facendo finta che non ci siano ma dandosi nuove regole che permettano ai lavoratori di decidere», dice il leader della Cgil.
CORTEI E CONTESTAZIONI – In tutta Italia sono state organizzate manifestazioni e migliaia di lavoratori sono scesi in piazza. Cisl e Uil sono state contestate a Torino e a Milano. Tre bandiere della Cisl, sottratte durante il corteo, sono state bruciate da esponenti dell’area antagonista sul palco del comizio del Primo Maggio, nella centralissima piazza San Carlo, nel capoluogo piemontese, dove si era appena concluso il comizio della segretaria torinese della Cgil, Donata Canta.
A MILANO – A Milano, poco meno di 10 mila persone hanno partecipato al corteo organizzato dai sindacati confederali. Diversamente dal solito, il corteo si è concluso in piazza della Scala (e non in piazza Duomo dove era allestito il maxischermo per la beatificazione di Giovanni Paolo II). Sul palco sono intervenuti alcuni lavoratori. Le conclusioni sono state affidate ai segretari milanesi dei sindacati confederali, fischiati Walter Galbusera della Uil e Danilo Galvani della Cisl. Alcune vetrine di banche, agenzie interinali e immobiliari sarebbero state bersagliate nel capoluogo lombardo da lanci di vernice e danneggiate con iniezioni di acciaio liquido nelle serrature delle serrande e nei bancomat. Lo comunica il collettivo dei Corsari che afferma di aver colpito «almeno una decina di volte» tra via Ludovico il Moro e piazza XXIV Maggio, luogo di partenza della MayDay, il corteo organizzato a Milano il pomeriggio di ogni Primo Maggio, quando scendono in strada i lavoratori precari.
LO SCIOPERO – «I temi della crisi del paese sono tutti là , le ragioni del nostro sciopero rimangono tutte», ha detto a Marsala la Camusso, parlando dello sciopero generale proclamato dalla sua organizzazione sindacale per il 6 maggio prossimo. Le ragioni restano valide, ha aggiunto, «vista la manovra finanziaria e le politiche che il governo si appresta a fare».
1° Maggio, contestata la Cisl [1] [2] [3] [4] [5] [6] [7]
PRECARIATO E FISCO – «La prima riforma da fare in Italia – ha sottolineato il segretario della Cgil – è quella del fisco perché ci vuole equità e giustizia». Parole dure anche sul precariato, che la Camusso ha definito «il male insopportabile del nostro secolo». E sullo stato dell’istruzione in Italia: «Senza lo studio non ci può essere un futuro democratico – ha detto – e noi siamo di fianco ai precari della scuola perché lo studio possa essere ancora il punto di unità del nostro Paese». Un’unità che, per la segretaria della Cigl, deve passare anche attraverso «il diritto all’istruzione e al lavoro ai ragazzi dell’altra parte del Mediterraneo che vengono in Italia alla ricerca di un futuro».
«ARTICOLO 1 BASE DEL FUTURO» – «La storia del nostro Paese è fondata sul lavoro e per questo l’articolo 1 della Costituzione non può essere cambiato – ha detto la leader della Cgil – è lo specchio della nostra storia ed è la base del nostro futuro». Camusso ha anche sottolineato che «bisogna cambiare un’agenda politica che scarica i problemi della crisi su lavoratori, pensionati, giovani». E ha aggiunto: «Se diciamo che non bisogna rassegnarsi, dobbiamo dire anche che cambiare è possibile».
BONANNI – «L’unità sindacale è importante per sostenere l’economia. Il lavoro è stato il cemento del nostro Paese e finchè i lavoratori non avranno voce in capitolo ci sarà sempre un problema per la nostra democrazia» ha detto poco dopo il segretario Raffaelle Bonanni, leader della Cgil, durante il suo discorso dal palco da Marsala. «Non c’è prosperità senza lavoro – ha aggiunto Bonanni – e non c’è lavoro senza una buona economia. Chiediamo ai governi, anche a quelli regionali, di fare molto più, perché il Paese sta regredendo. Non chiediamo solo di abbassare le tasse a lavoratori e pensionati, ma chiediamo che si smetta di sperperare soldi senza alcun pudore rispetto allo stato in cui si trova l’Italia».
ANGELETTI – L’unità sindacale è l’unità «delle persone che lavorano» spiega invece sempre da Marsala il leader della Uil Luigi Angeletti. Per Angeletti, lo scontro «non risolve nulla, non risolve i nostri problemi»: per questo, spiega, per lavorare nell’interesse del Paese e dei lavoratori «dobbiamo ritrovare una maggiore unità e la capacità di individuare obiettivi comuni».
SEGRETARIO UIL FISCHIATO – A Milano, qualche fischio ha accolto invece il segretario della Uil, Walter Galbusera, contestato dai manifestanti in piazza della Scala. «Vai a lavorare, vai a lavorare», e «il contratto nazionale non si tocca» hanno urlato dalla piazza mentre Galbusera ricordava l’importanza dell’unità dei sindacati nelle lotte per il lavoro
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