L’affondo di D’Alema: “Zingaropoli islamica? È quella che ha fatto il Cavaliere ad Arcore”

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MARINA DI RAGUSA – “La zingaropoli islamica? Berlusconi l’ha fatta ad Arcore”. Gli applausi della platea di elettori e simpatizzanti del Pd, nell’albergo affacciato sulla costa, salutano uno dei passaggi più coloriti dello show di Massimo D’Alema. Che è giunto fin qui, nel lembo estremo di Sicilia, per fare una richiesta precisa agli elettori di Ragusa: “Non lasciate solo ai milanesi il privilegio di licenziare il Cavaliere”. Tre quarti d’ora di intervento appassionato, condito da battute e sorrisi, nel corso dei quali D’Alema ha insistito sul “significato politico” del voto. Partendo, appunto, dal ballottaggio di Milano. E rinviando al mittente gli attacchi rivolti a Pisapia: “Berlusconi e il centrodestra stanno cercando di cavalcare la paura, con frasi come quella sulla zingaropoli. Ma fino a prova contraria, qualche giorno fa Pisapia ha fatto arrestare un ladro, mentre il presidente del Consiglio si è speso per far liberare una prostituta minorenne clandestina”. L’unico, feroce, accenno al caso-Ruby, non l’unico “alla disperazione” di cui, a sentire D’Alema, è in preda il Cavaliere, “ormai nelle mani di una maggioranza raccogliticcia che lo ricatta con le richieste di sottosegretariati e ministeri”. 

Già  qualche minuto prima, chiacchierando sul lungomare, D’Alema aveva mostrato buon umore: “E’ il momento della spallata? No lo so, questo termine per altro non porta bene. Ma è certo che in un Paese normale, visto il senso che aveva dato a queste amministrative, un presidente del consiglio normale si sarebbe dimesso. Ma Berlusconi, in questo, non è normale…”. L’esponente pd lo vede “arroccato su posizioni di potere”. Fino a quando? “Berlusconi resterà  al governo fino a quando i suoi processi non saranno tutti in prescrizione”.
Un riferimento anche alla questione dell’occupazione delle televisioni: “Io non credo – afferma D’Alema – che ci sia da preoccuparsi più di tanto, perché in questo momento Berlusconi più si presenta davanti agli schermi è più danneggia se stesso”. Nel profondo Sud, l’attacco passa anche da un’analisi economica: “Il governo, in questi ultimi dieci anni ha fatto scendere dal 42 al 32 per cento la quota di spesa pubblica destinata al Meridione. Eppure certa politica servile del Pdl tace. Eppure c’è chi, senza vergogna, sostiene quest’esecutivo con la bandiera di “Forza Sud”. Poi la lettura della situazione economica generale, che vede l’Italia “aver raggiunto un record ineguagliabile: è il Paese con i salari più bassi e la pressione fiscale più alta”.
Ma il discorso ruota attorno all’esito del primo turno delle amministrative. Milano, Napoli. E D’Alema lancia un messaggio al Pd. “Qualcuno, anche dentro il mio partito, dice che in queste consultazioni ha vinto l’estremismo, che non c’è da rallegrarsi. Ma io dico che oggi vince soprattutto, e ovunque, l’opposizione a Berlusconi. A Macerata ad opporsi al Pdl c’era un candidato dell’Udc. E ha prevalso. Quando il centrosinistra vince, se ne avvantaggia anzitutto il primo partito della coalizione”. Su Napoli c’è una netta autocritica. Alludendo alle polemiche e alle divisioni che hanno accompagnato il voto partenopeo, D’Alema dice: “Abbiamo perso, ce lo siamo meritato. Ma non credo che possa esultare il Pdl, che è sceso dal 50 per cento delle Regionali al 38 ottenuto dal suo candidato domenica scorsa. E, se ne capisco un po’ di elezioni, Lettieri al ballottaggio sarà  travolto”.

 


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