La sfida di 470 milioni di disabili tra discriminazioni e salari dimezzati

by Sergio Segio | 18 Maggio 2011 16:35

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ROMA – Trovare un lavoro con uno stipendio adeguato è un percorso a ostacoli un po’ per tutti, ma per i disabili lo è ancora di più. Succede nei paesi in via di svuluppo, ma anche nelle nazioni che fanno parte del mondo ricco e industrializzate. Se la vita quotidiana è a volte piena di barriere e difficoltà , quando si affronta la questione dell’occupazione, la situazione si complica. Aumentano le denunce di discriminazioni, anche dove esiste una normativa in materia. E’ questa l’istantanea dell’ultimo rapporto dell’Ufficio internazionale del lavoro, dell’Onu (Ilo) che si intitola: “Uguaglianza nel lavoro: la sfida continua”.

Secondo le Nazioni Unite, il 10% della popolazione mondiale, circa 650 milioni di persone, presenta una disabilità  fisica, mentale, sensoriale o intellettuale. Fra loro, oltre 470 milioni sono in età  lavorativa. Le discriminazioni per motivi di lavoro continuano ad esistere, come si rileva dal basso tasso di occupazione di questa categoria. Qualcuno è poi ancora più a rischio: le persone colpite da Hiv/Aids possono subire discriminazioni quando si vedono imporre test obbligatori o comunque non volontari o che non garantiscono la riservatezza dei risultati.

Salari più bassi.
Non esistono stime dettagliate sulla discriminazione in questo settore, a causa delle differenze nelle definizioni nazionali e nei metodi statistici utilizzati. Negli Stati Uniti, infatti, un’indagine del Dipartimento del Lavoro ha rilevato come le persone con disabilità  abbiano un tasso di disoccupazione del 16,2%, a fronte di un tasso del 9,2% per persone senza disabilità . In Svezia, invece, nel 2008, il 62% delle persone con disabilità  ha un lavoro rispetto al 75% delle persone non disabili. In generale le persone con disabilità  abbiano salari più bassi. Negli Stati uniti, nel 2007, il reddito medio di una persona con disabilità  con un lavoro a tempo pieno tutto l’anno era di 34.200 dollari, rispetto ai 40.700 dollari per le persone senza disabilità .

Le denunce. Le discriminazioni sul lavoro sono messe in evidenza anche dalle denunce presentate dagli stessi disabili. Durante il 2008-09, la Commissione australiana per i diritti umani ha ricevuto 980 denunce relative alla disabilità , il 43% di tutte le denunce ricevute. Oppure il caso canadese dove tra il 2007 e il 2009, 102 casi di discriminazione sul lavoro su un totale di 206 presentati alla Canadian human rights commission (Chrc) erano legati alla disabilità . Il rapporto segnala inoltre che, durante i periodi di recessione economica, si tende a dare minore priorità  alle politiche volte alla lotta contro la discriminazione e alla promozione di una maggiore consapevolezza dei diritti dei lavoratori.

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Povertà  nel Terzo Mondo. Le Nazioni Unite, inoltre, stimano che l’80% delle persone diversamente abili nei paesi in via di sviluppo viva nella povertà  totale. Secondo la Banca mondiale, inoltre, il 20% dei poveri del mondo soffre di qualche forma di disabilità . Un importante passo in avanti della normativa in questa materia è rappresentato dall’entrata in vigore della Convenzione delle Nazioni unite sui diritti dei portatori di handicap. Negli ultimi anni, infatti, paesi come il Mozambico e il Kazakistan hanno adottato o modificato la loro legislazione del lavoro includendo misure rivolte alle persone con disabilità .

Qualche cosa sta cambiando. Sono in diversi i paesi che nel tempo si sono dotati di leggi contro le discriminazioni. Nel 2007, il Cile e la Corea hanno adottato norme che vietano la discriminazione della disabilità . Altri paesi, come la Thailandia (2007), Giordania (2007), Spagna (2007), Etiopia (2008), Malaysia (2008), Cambogia (2009) e Vietnam (2010), hanno adottato leggi specifiche in materia di diritti delle persone disabili. In Giamaica, per esempio, nel corso del 2008 e del 2009, il governo ha stanziato 20 milioni di dollari giamaicani per un progetto destinato a fornire piccoli prestiti a persone con disabilità  che desiderano avviare una propria attività . Nel Regno Unito, nel 2008, il governo ha invece garantito l’accesso al Programma di lavoro per 2.000 persone con difficoltà  di apprendimento e 1.500 disabili mentali. In Slovenia, nel 2007, sono state inserite in programmi di formazione professionale il 27% di persone in più rispetto al 2006. Buoni esempi che vanno ad aggiungersi a quelli in tema di accessibilità  degli ambienti di vita e di lavoro.

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