La Sardegna in piazza contro Equitalia
CAGLIARI – Politici al bando, sindacati pure. Tutti uguali. Uguali allo Stato e a Equitalia, rappresentati come giganteschi corvi che volteggiano sulla miseria della gente per strappare le ultime briciole di un’esistenza di lavoro: la piccola azienda agonizzante, l’auto, la casa. Tutti uguali e tutti nemici per il popolo delle partite Iva che ha invaso il centro di Cagliari con una manifestazione rabbiosa e imponente. Diecimila persone, o forse anche ventimila come hanno detto gli organizzatori del Movimento artigiani e commercianti liberi, che hanno urlato tutta loro disperazione contro un brutale sistema fiscale che spolpa famiglie e aziende, costringe a un indebitamento eterno, spinge al fallimento, pignora le abitazioni, sequestra le auto, allunga le mani su stipendi e conto correnti. Artigiani, commercianti, contadini, cittadini: facce di gente qualunque, facce segnate dalla fatica e dalla precarietà . Per il fisco evasori, contribuenti infedeli da perseguitare. In un mare di bandiere dei Quattro mori, il corteo ha marciato verso la Regione accompagnato dalle note di “Procurade ‘e moderare barones sa tirrania”, la Marsigliese sarda, l’inno dei moti antifeudali della fine del 1700. Due secoli più tardi ancora di attualità in questa nuova rivolta popolare. «Avanti fratelli, all’attacco», urlano dal cassone di un camion che apre la manifestazione. «Non vergogniamoci, non siamo più soli». E poi «lavoro-lavoro», «futuro-futuro», «moratoria-moratoria». La rabbia e gli slogan colpiscono tutti: politici, sindacati, Equitalia, banche, Regione col suo presidente Cappellacci, arrivando sino al presidente del Consiglio, che pure in questo popolo ha raccolto consensi a man bassa «Berlusconi tu fai i festini ma qui la gente sta morendo di fame, basta-basta».
La prateria dei contribuenti sardi è in fiamme già da settimane. Il movimento di protesta contro lo «stato di polizia fiscale» partito in sordina nel Sulcis, la provincia sarda più colpita dalla crisi, si è via via diffuso in tutta l’isola, con comuni come Oristano che rescindono la convenzione con Equitalia, movimenti politici e partiti che cominciano a capire l’emergenza della situazione. In prima fila l’Irs (Indipendentzia repubrica de Sardigna), ma anche il Pd o Fli. Davanti alla Regione, mentre una delegazione discuteva col presidente Cappellacci una serie di misure tampone che potrebbero con finanziamenti a famiglie e imprese anestetizzare il problema ma non risolverlo. La rabbia rimbalzano da ogni parte d’Italia. Il sindaco di Bari, Michele Emiliano, ha definito l’agenzia di riscossione «un luogo di prevaricazione» e ha deciso di sospendere la convenzione. Equitalia nel 2010 ha emesso un milione e mezzo di preavvisi di fermo, 577.000 ganasce fiscali, iscritto 135.000 ipoteche e 11.189 pignoramenti immobiliari.
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