La guerra segreta fra Iran ed Egitto

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Gli iraniani – secondo quanto rivelato da fonti diplomatiche al Corriere – si sono mossi fin dai primi giorni di aprile dopo l’annuncio che Egitto e Iran sono pronti a ristabilire i rapporti diplomatici interrotti nel 1980. Una svolta storica che i mullah hanno accompagnato con una seconda iniziativa. Riservata. Teheran vuole allargare la presenza della sua intelligence in Nord Africa e ha mobilitato l’Armata Qods, il braccio clandestino dei pasdaran. Il suo comandante, Ghassem Soleimani, ha attivato diversi operativi destinati ad agire in Egitto e passato direttive precise al rappresentante iraniano al Cairo Mojtaba Imani, convocato di gran fretta a Teheran. A un ufficiale della Qods, inviato con la classica copertura diplomatica, è stato affidato il compito di gestire il network. Era Al Husseini? O lui aveva solo un ruolo esplorativo? Gli 007 iraniani – secondo gli ordini di Soleimani -devono sfruttare l’apertura egiziana per ampliare il traffico d’armi in favore dei palestinesi di Hamas a Gaza. Un team di agenti ha studiato come favorire il transito del materiale che arriva in Sudan dall’Iran e poi prosegue verso la striscia palestinese grazie alla filiera del contrabbando. Tre elementi sudanesi – uno di loro è conosciuto come «l’esperto» – si sono trasferiti di recente nella penisola del Sinai per coordinare l’invio delle armi insieme. Altrettanto importante il ruolo di alcuni pasdaran fino a poche settimane fa basati a Khartum e ora arrivati in Egitto. L’altra missione degli agenti è l’infiltrazione nel tessuto politico egiziano e la diffusione dell’ideologia khomeinista. La rivolta contro il regime ha creato opportunità  che Teheran non vuole farsi sfuggire. Ci sono tanti giovani delusi da quanto è accaduto e gli iraniani hanno molto da offrire. Consigli, aiuti e, se necessario, fondi. Per il «piano Egitto» l’Armata Qods – sostengono le medesime fonti diplomatiche -avrebbe un budget di diversi milioni di dollari. Un piccolo tesoro per una grande operazione.


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