La Cei: è la collera dei poveri L’azienda pronta a rivedere il piano
È la «collera dei poveri» quella che esplode nei cantieri e si riversa nelle piazze e nelle strade. E Fincantieri, in serata, annuncia la sua disponibilità a rivedere il piano, fino a salvare i cantieri di Castellammare e di Sestri Ponente. Monsignor Giancarlo Maria Bregantini, presidente della Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, arcivescovo di Campobasso-Bojano, si scaglia con veemenza contro il piano industriale della Fincantieri che sancisce la chiusura dei due stabilimenti, la riduzione ai minimi termini di quello di Riva Trigoso e fa uscire dal «perimetro del gruppo» 2.551 operai. E subito dopo la presa di posizione di Bregantini arriva quella dei vescovi liguri, riuniti a Roma con il presidente della Cei Angelo Bagnasco. I vescovi «seguono con crescente preoccupazione gli avvenimenti legati alla pubblicazione del nuovo piano industriale di Fincantieri» affermano in una nota. «La consapevolezza che a essere in gioco è la condizione di innumerevoli persone e di tante famiglie – aggiungono – è pure legata alla percezione che in questa vicenda si determini il futuro di ampi settori del sistema-lavoro nella terra ligure». Ma non è soltanto la Chiesa a bocciare senza mezzi termini il piano di Fincantieri. In ogni città sede di cantiere, dalla Liguria alla Sicilia, la protesta esplode in manifestazioni, cortei, riunioni. E sulla stessa lunghezza d’onda si schiera la politica, trasversale nel respingere, con toni più o meno accesi, il documento industriale che il 3 giugno verrà discusso al ministero dello Sviluppo economico.
Fin dalla mattina gli operai hanno organizzato ieri cortei a Palermo e Ancona. La situazione ha rischiato di degenerare ancora a Castellammare di Stabia e il livello della tensione è salito a tale punto che il sindaco ha chiesto l’intervento dell’esercito. Non un solo cantiere, però, si è chiamato fuori dalle proteste, nemmeno quelli che il piano salva o, addirittura, potenzia, come il Muggiano della Spezia. La speranza di lavoratori e sindacati è che Fincantieri accetti di fronte al ministro Paolo Romani di rivedere il suo piano, riducendone l’impatto negativo sull’occupazione. D’altra parte è la stessa azienda, in serata, ad annunciare con un comunicato il suo cambio di strategia. «Le linee del piano non sono da intendersi come un prendere o lasciare. L’obiettivo è di pervenire possibilmente a soluzioni condivise. Per quanto riguarda il cantiere di Castellammare, viene riconfermato che da settembre prenderà avvio la costruzione dei due pattugliatori della Guardia Costiera, che satureranno in parte il cantiere per i prossimi due anni. Per Sestri, l’azienda conferma che è pronta a firmare l’accordo di programma». Lasciando intendere la continuità dell’attività produttiva.
E intanto per Fincantieri arriva pure un nuovo ordine. La Cassa Depositi e Prestiti finanzierà infatti Carnival Corporation, leader mondiale nel settore delle crociere che controlla fra i suoi marchi anche la genovese Costa, che affiderà a Fincantieri la costruzione di due nuove navi. Valore della commessa, 830 milioni di euro.
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