Ira delle ministre europee «Strauss-Kahn via subito»

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BRUXELLES— Ha una connotazione «rosa» l’ipotesi di rapide dimissioni per il direttore generale del Fondo monetario internazionale di Washington, il francese Dominique Strauss-Kahn, arrestato a New York per accuse di presunti reati sessuali su una cameriera. Due donne di potere europee hanno fatto saltare la linea garantista assunta a Bruxelles dai loro colleghi ministri finanziari nei Consigli Eurogruppo ed Ecofin, dove Strauss-Kahn era spesso invitato nel ruolo di numero uno operativo del suo organismo internazionale. La spagnola Elena Salgado e l’austriaca Maria Fekter, ministri finanziari dei rispettivi Paesi, sono insorte contro la tendenza a privilegiare la presunzione d’innocenza e a dimostrarsi sostanzialmente comprensivi nei confronti del ricco e potente indagato. La Salgado ha definito «estremamente gravi» le accuse sessuali contestate al direttore del Fondo monetario e ha rivendicato che la solidarietà  andrebbe espressa alla donna «vittima dell’aggressione, se questo è successo» , prima di concedere che è necessario attendere il corso della giustizia per trarre conclusioni definitive. La Fekter ha chiesto apertamente le dimissioni del dirigente francese dalla sua poltrona a Washington. Strauss-Kahn era atteso a questa tornata di riunioni dei ministri finanziari a Bruxelles perché il suo Fondo monetario co-finanzia il piano di salvataggio della Grecia e di altri Paesi dell’Eurozona in difficoltà . Tutti i partecipanti, comprese la Salgado e la Fekter, lo conoscono benissimo. Pertanto, dopo la Commissione europea, altro interlocutore abituale di Strauss-Kahn, anche il Consiglio dei ministri finanziari si è mantenuto prudente sullo scandalo sessuale scoppiato negli Stati Uniti. Il presidente dell’Eurogruppo, il premier lussemburghese Jean-Claude Juncker, solitamente cinico e smaliziato, è andato oltre dicendosi «rattristato» e «sconvolto» dall’aver visto le immagini del «buon amico» Dominique agli arresti. Juncker ha escluso che i ministri finanziari dovessero affrontare il problema delle dimissioni dal Fondo monetario perché «il dibattito non ha nessun motivo di esistere» e sarebbe «indecente» anche solo sollecitarlo. Questa sembrava la linea comune dell’Eurogruppo dei 17 ministri dell’Eurozona e dell’Ecofin con tutti i 27 Stati dell’Ue rappresentati. Ma le responsabili finanziarie della Spagna e dell’Austria hanno spaccato il fronte usando toni duri e aprendo il problema di chiedere a Strauss-Kahn di dimettersi spontaneamente. «Bisogna dare stabilità  alle istituzioni — ha spiegato la Salgado —. E credo si debba anche sperare che il signor Strauss-Kahn usi il buon senso, almeno in questo caso, perché non sembra che l’abbia usato in altri…» . La Fekter è stata ancora più netta sostenendo che «il direttore del Fondo deve riflettere sui danni che questa situazione causa all’istituzione» . La donna più potente d’Europa, la cancelliera tedesca Angela Merkel, pur senza entrare nel merito dello scandalo sessuale, ha indirettamente avvalorato l’ipotesi delle dimissioni affermando con determinazione che «il successore deve essere europeo» . La Salgado ha aggiunto la sua speranza di veder considerata anche un’eventuale candidatura femminile perché «la presenza di donne in posti di responsabilità  è ancora scarsa» . Tra le candidature europee spicca quella della francese Christine Lagarde, ministro delle Finanze ed esponente del centrodestra, che a Bruxelles ha definito «devastante e dolorosa» la vicenda del connazionale socialista Strauss-Kahn, pur mantenendo un profilo basso ed evitando di associarsi alle richieste delle colleghe di Madrid e Vienna.


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