Ionta (Dap): ”Detenuti ancora in aumento, ma sotto controllo”

by Sergio Segio | 20 Maggio 2011 13:53

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ROMA –  “L’emergenza per il sistema penitenziario italiano non è ancora finita”. È quanto ha affermato Franco Ionta, capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria intervenendo questa mattina durante il convegno organizzato da Antigone in occasione dei 20 anni di attività  presso la Camera dei deputati a Roma. Secondo Ionta, oggi il sistema penitenziario vive due tipologie di emergenza. La prima quotidiana, legata alle varie realtà  particolari, mentre “quella con la ‘e’ maiuscola” riguarda il sistema complessivo, anche se, aggiunge Ionta, si sta lavorando per il ritorno alla normalità . “Penso che siano state poste molte basi per tentare di superare e avviare alla stabilizzazione del nostro sistema penitenziario – ha affermato Ionta -. C’è una curva in salita della carcerizzazione in Italia, ma una curva che penso sia ancora controllata. Tutte le manovre che sono state attuate vanno in questa direzione”. Tra gli interventi, aggiunge Ionta, l’edilizia e l’aumento degli organici della polizia penitenziaria. “L’edilizia penitenziaria deve necessariamente essere un supporto specifico alla situazione del sistema penitenziario, l’aumento degli organici della polizia penitenziaria è un altro tassello fondamentale per la gestione complessiva del sistema”.

Per quanto riguarda l’edilizia, Ionta prevede tempi certi. “I tempi dell’edilizia sono difficili, ma contiamo di poter nell’arco di questa legislatura di portare a compimento tutte le strutture che abbiamo pensato di dover fare a cominciare dai padiglioni, strutture che andranno già  inserite nelle carceri già  esistenti”. Il piano, infatti, prevede un “incremento di 20 padiglioni e 11 istituti penitenziari – ha puntualizzato Ionta. I padiglioni sono strutture che comportano una capienza di circa 200 persone, invece gli istituti sono calibrati su 450 persone per istituto”. Strutture, ha spiegato Ionta, che saranno a misura di detenuto. “Non avremo più delle strutture antiche riadattate ad uso penitenziario, ma strutture immediatamente pensate per la struttura penitenziaria. Questo rende già  la situazione logistica completamente diversa. Spazi interni alla cella ed esterni, spazi per le famiglie, per l’istruzione e laboratori, tutto pensato per il miglioramento della qualità  delle detenzione delle persone a cui si aggiunge il miglioramento del lavoro della polizia penitenziaria”. Secondo Ionta, però, occorre intervenire anche sul reinserimento sociale. “Abbiamo visto un positivo apporto dalla legge sulla detenzione domiciliare per le persone che hanno meno di un anno da scontare – ha spiegato Ionta -. Abbiamo già  fatto uscire attraverso l’opera dei magistrati di sorveglianza oltre 2mila persone in 5 mesi di applicazione. Penso che sia una misura saggia, che non ha avuto al momento nessuna controindicazione e che ha una sua temporizzazione alla fine del 2013. Mi auguro che questa misura possa essere invece inserita in un sistema di alternatività  al carcere”. 

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