Interviste-spot ai telegiornali indagati il premier e Minzolini

Loading

ROMA – Aveva invaso le tv, lanciando l’offensiva da cinque Tg. Comizi elettorali che hanno configurato il reato di abuso d’ufficio. Silvio Berlusconi è finito un’altra volta sotto inchiesta. Indagati con lui i direttori del Tg1, Augusto Minzolini, e quello pro tempore del Tg2, Mario De Scalzi.

Dopo le sanzioni dell’Agcom, le proteste dell’opposizione, polemiche in Rai con giornalisti irritati e comitati di redazione spaccati, l’inchiesta è partita da una denuncia dei radicali Emma Bonino e Marco Cappato. Il loro esposto riguarda anche i Tg di Retequattro, Italia 1 e Canale 5, se ne dovrà  occupare la procura di Milano. Il fascicolo aperto a Roma non finirà  al tribunale dei ministri, perché Berlusconi è indagato come leader del Pdl e non come premier.
L’inchiesta analizza una video intervista del Cavaliere trasmessa il 20 maggio scorso. Praticamente un monologo lungo diciassette minuti. Con tanto di simbolo elettorale dietro le spalle. Un «golpe mediatico», lo ha definito Di Pietro. «Spot assolutamente vietati nell’imminenza del voto, non notiziari», secondo i radicali, che hanno sollecitato il sequestro degli “ordini di servizio” per i giornalisti che hanno fatto le interviste, degli appunti e dei fogli di lavoro, degli atti delle riunioni di redazione. Il procuratore capo Giovanni Ferrara e l’aggiunto Alberto Caperna hanno dato parere negativo alla richiesta di «sequestro delle videocassette e/o dei file originali dei messaggi trasmessi dai Tg». Su questo punto – affermano i pm – il reato di abuso d’ufficio non pare sussistere in tutti i suoi elementi. Ma a decidere sarà  il gip.
Emma Bonino e Marco Cappato scrivono nella denuncia consegnata al procuratore di Roma: «Se fosse stato Berlusconi a pretendere dai direttori dei telegiornali, mediante costringimento o induzione, determinati dalla sua qualità , la contestuale messa in onda di questi spot, non ci sarebbe nulla di diverso – per struttura della condotta e qualità  soggettive dei protagonisti – dalla concussione». Ma l’esame giuridico dei fatti ha spinto i pm a virare verso l’abuso d’ufficio. Almeno per il momento.
«Ridicolo. È solo un atto dovuto», minimizza Augusto Minzolini con i colleghi in Rai. Ma la Bonino insiste: «L’iscrizione al registro degli indagati di Berlusconi e dei direttori di Tg1 e Tg2 sarà  pure un atto dovuto ma è la fotografia di un sistema di potere che ha fatto carne di porco delle nostre regole».
Il Cavaliere evocava lo spettro dei centri sociali, degli zingari e della falce e martello. Il lungo monologo in beffa alla par concio nelle reti di famiglia e in quelle Rai, aveva provocato l’urlo del segretario dei democratici: «Non siamo in Bielorussia». Ieri commentando l’inchiesta, Pier Luigi Bersani ha detto: «Vorrei un paese in cui bastassero un amministratore delegato e un’autorità  garante per risolvere tutti questi problemi».
Gli elettori bocciano Berlusconi che «impone i palinsesti», afferma Pancho Pardi, capogruppo Idv in Vigilanza. «L’editoriale di venerdì scorso del direttore Minzolini – aggiunge – aveva tutta l’aria di una excusatio non petita, ora nessuno abbia il coraggio di dire che i giudici fanno i palinsesti. Perché se c’è qualcuno che li impone questo è solo Berlusconi. La magistratura si limita a ripristinare l’equilibrio».
Di «inaudita arroganza e inaccettabile acquiescenza nelle interviste, o meglio nei comizi, del Cavaliere» parla Carlo Verna, segretario Usigrai. «Nessuno in galera – dice – ma qualcuno vada a casa. Ci pensino seriamente i vertici aziendali. Ci sono uno scottante caso Minzolini e un Tg2 che ha bisogno al più presto di una guida sicura e stabile».
L’infuocata campagna elettorale ha molto impegnato l’Agcom, che ieri ha archiviato la posizione del Tg3 ma ha ravvisato violazioni della par condicio nell’intervento di Celentano ad Annozero. «Io voto Giuliano Pisapia», aveva detto. E «non poteva» farlo. L’Agcom non prevede multe.

 


Related Articles

E con la scusa della par condicio studia lo stop ai talk show

Loading

ROMA – Figlio d’arte, suo padre Raffaele è stato segretario del Pli, Enrico Costa è il capogruppo Pdl in commissione Giustizia che parla con Ghedini molte volte.

Sky caccia Current Italia dal satellite

Loading

Al Gore a Roma accusa: una ritorsione di Murdoch per il nostro Olbermann, la bestia nera di Fox. L’ex vice di Clinton denuncia: ragioni anche italiane, «non vogliono dispiacere a Berlusconi»

 

Ex della Nasa e «smanettoni» Quelli che si battono per la privacy

Loading

 In Olanda e Italia gruppi di cittadini fanno la classifica di enti che invadono

La rivincita del dottor Robert M. Nelson è arrivata grazie a un furto. Ex astrofisico della Nasa, esperto di sistemi solari, non gli era andata giù la stretta sulla privacy decisa dall’amministrazione Bush.

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment