Il Cavaliere si prepara alla resa dei conti

by Editore | 29 Maggio 2011 7:16

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Il premier ha imposto un filtro rigoroso alla segreteria: «Basta, mi devo riposare». A gettarlo nello sconforto, da ultimo, ci si è messa anche Renata Polverini, con la quasi crisi della regione Lazio: «Una follia, a due giorni dai ballottaggi, mi sembrano tutti pazzi». Tanto che, pur richiesto su piazza, ha rinunciato ad esercitare una mediazione, mandando Cicchitto e Gasparri a trattare con la governatrice ribelle.
Berlusconi tornerà  solo martedì a Roma e a quelli che già  lo descrivono sul punto di gettare la spugna risponde convocando, nello stesso giorno, sia il Consiglio dei ministri che l’ufficio di presidenza del Pdl. L’intento, benché ancora nessuno conosca l’ordine del giorno, è quello di non lasciarsi travolgere dalla prevedibile doppia sconfitta a Milano e Napoli (ma anche a Trieste e Cagliari tira una brutta aria), dando l’impressione di avere ancora ben saldo il timone in mano. «Berlusconi – spiega un ministro del Pdl – deve intervenire subito. Dobbiamo rilanciare l’azione del governo e il partito, altrimenti salta tutto per aria».
Ad un amico che riesce a “bucare” la barriera, il Cavaliere confida la sua amarezza per come tutto sembri ormai “cospirare” contro di lui. «C’è aria di sconfitta, i miei si fanno prendere dal pessimismo, ma non succederà  nulla. Con Bossi siamo già  d’accordo, sistemiamo tutto». Ma è soprattutto quando si passa a parlare dei giornalisti che la confidenza si trasforma in un vero sfogo. E il premier racconta il dietro le quinte della sua partecipazione al G8, rivelando un dettaglio sorprendente: «Perché sono andato a parlare della mia persecuzione giudiziaria con Obama e Medvedev? Perché vedevo una strana freddezza nei miei confronti. Così ho provato a spiegare le mie ragioni, per ribaltare le tante cavolate che scrivono su di me in Italia e che vengono riprese dai giornali internazionali. Alla fine hanno capito, tanto che mi hanno persino suggerito di rivolgermi alla Corte di Strasburgo per tutelarmi. E ci sto seriamente pensando, ne parlerò con Ghedini». Invano l’interlocutore cerca di capire se il “consiglio” di adire la Corte dei diritti dell’uomo, contro i pm italiani, sia arrivato da Obama o dal presidente russo. Berlusconi sul punto resta sul vago. Anche se è lecito supporre, vista la carriera di Obama come avvocato nella difesa dei diritti civili, la sua cattedra di diritto costituzionale alla Law School di Chicago, che proprio al presidente Usa si volesse riferire Berlusconi. Chi tra Medvedev e Obama può conoscere la convenzione europea sui diritti dell’uomo e il funzionamento della Corte di Strasburgo? Vanteria, invenzione o verità ? Sta di fatto che Berlusconi è infuriato per essere stato dipinto dai media italiani, per l’ennesima volta, come un «parvenu sulla scena internazionale», uno «sprovveduto», «mentre io lì dentro sono considerato il decano, quello che ha presieduto più G8 di tutti quanti».
E tuttavia, nonostante il comprensibile tentativo di allontanare lo spettro di una crisi, a partire da lunedì tutto sarà  possibile. «La maggioranza sembra sull’orlo di una crisi di nervi – sospira Guido Crosetto – e la madre dei cretini è sempre incinta». Insomma, le tensioni sono talmente forti che potrebbe anche capitare una rottura in un punto qualsiasi del centrodestra. Gli occhi sono puntati ovviamente sulla Lega. Benché, appunto, in privato Berlusconi garantisca di aver «blindato» la scorsa settimana un accordo con Bossi, i primi che sembrano averlo rimesso in discussione sono proprio i leghisti. Impegnato allo spasimo per non perdere Napoli, Nicola Cosentino cerca di recuperare un po’ di freddezza: «Secondo me non ci sarà  il temuto fuggi-fuggi. Chi ha interesse ad accelerare? Nessuno. In autunno non si può votare, la prima data utile è la primavera prossima. Quindi tranquilli, non ci sarà  alcuna crisi». Il problema domani sarà  spiegarlo al Carroccio.

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