Il bandito Giuliano
Ora che il miracolo della legalità è compiuto, non resta che mandare un caro pensiero ai sallustiani del settimo giorno. Gente che ha investito energie, tempo e soldi per descrivere il futuro sindaco di Milano come Landrù. Giuliano Pisapia, quello che trasformerà Milano in una Mecca per gay (titolo su Libero), in un paradiso dei drogati, nella Stalingrado d’Italia (copyright un anziano signore bollito a reti unificate), sventa un furto, la miglior mossa pensabile per tranquillizzare l’elettorato milanese che la destra si sforza di spaventare. Ora si attende con ansia la risposta dell’unico supereroe in città , quel tale Batman, il figliolo della signora Moratti, buono per gli abusi edilizi e le risse in discoteca.
La faccenda si complica anche in termini di marketing. Quante apparizioni televisive dovrà ordinare il piazzista di Arcore per convincere i milanesi che Pisapia è un incrocio tra un black block, un punkabbestia e un rom tossicomane? Comparirà anche nelle previsioni del tempo? Nel segnale orario? E la signora Moratti, saputo che c’è un nuovo supereroe in città , con quale spirito penserà ai suoi amici speculatori, ai cantieri eterni, agli affarucci dell’Expo? Ma soprattutto, essendo sparite le cabine del telefono, dove diavolo si sarà appartato Giuliano per indossare il costume da Superman?
Non disperiamo: qualcosa si inventeranno per tenere bassi i toni e recuperare il loro aplomb di moderati. Suggeriamo al Giornale questo titolo: «Pisapia cattura un ladro, era di una gang rivale».
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