I figli delle vittime del terrorismo sono tutti con Pisapia
Rispondere a colpo basso con un altro colpo basso sarebbe facile ma non fa parte della cultura e del carattere dell’uomo che sta facendo perdere la testa a donna Letizia. Così si marca nel modo più evidente la differenza tra la destra astiosa e il candidato chiamato a mandarla a casa. Ma non si tratta solo di tattica elettorale o di un ragionamento politico. Giuliano Pisapia è fatto così. Questa è la sua forza o, forse, la sua debolezza.
Per questo ha scelto di rispondere con fermezza ma senza cadute di stile alla campagna diffamatoria che ormai è arrivata ad accusarlo di essere un terrorista. «Letizia Moratti, dichiarandosi moderata ma risultando estremista – ha detto ieri – insiste nelle sue bugie aggiungendo falsità a falsità delle quali risponderà davanti all’autorità giudiziaria. Io invece continuo ad avere la solidarietà e il consenso da parte di persone realmente moderate. Comprese alcune vittime del terrorismo».
Sono proprio quei messaggi a rispondere nel modo più netto e autorevole a Moratti e Berlusconi. «Pisapia ha il sostegno mio e dei miei figli Vittorio e Maria – ha detto Giovanni Bachelet, figlio del giurista Vittorio Bachelet, ucciso nel 1980 dalle Br – Il comportamento inammissibile della signora Moratti, in linea con l’imbarbarimento del confronto politico, rappresenta l’ennesima ferita della verità storica. Dopo il brigatismo giudiziario di Berlusconi ancora una volta i giusti vengono messi dalla parte sbagliata. E Pisapia, oltre a essere una persona per bene è il sindaco giusto per Milano». Solidarietà arriva anche dal figlio Walter Tobagi mentre Sabina Rossa, figlia di Guido Rossa, il sindacalista ucciso dalle Br nel 1979 scrive: «La storia politica e personale di Giuliano Pisapia non deve essere difesa: parla da sola. Ciò che va difeso invece è il valore della politica. C’è un uso triviale nei contenuti e nei toni di certa politica che testimonia un degrado mai visto». Marco Alessandrini – figlio di Emilio Alessandrini, il magistrato ucciso da Prima Linea nel ’79 – definisce «nauseabonda» l’azione della Moratti. «Deplorevole per l’infondatezza ma anche per il metodo intimidatorio. E’ surreale che il terrorismo diventi il tema della campagna elettorale di Milano. Comunisti, toghe rosse… è un disco rotto». E la solidarietà non si limita alle belle parole. A seguire la querela di Pisapia contro la Moratti infatti sarà Umberto Ambrosoli, il figlio di Giorgio Ambrosoli, celebrato con una gigantografia sul Palazzo di Giustizia nel giorno della memoria delle vittime del terrorismo.
Pisapia ha chiuso la giornata incontrando l’associazione Libertà e Giustizia. «Lassini, Moratti e Berlusconi sono uguali – ha aggiunto senza scomporsi – al premier ricordo che lui è stato amnistiato, io assolto. Mi aspettavo di tutto ma non credevo possibile che arrivassero queste bassezze. Comunque ero pronto a rispondere come ho fatto. E’ vero che le calunnie lasciano un segno, ma la mia vita è limpida. Salvini ha definito bugiarda la Moratti. Il loro fronte si sta sfaldando». Speriamo che la gentilezza risulti vincente.
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