I cento passi per il municipio
NAPOLI – «Satvolta amm’ scassato veramente. Sono commosso, la città è stata liberata», Luigi De Magistris entra nell’auditorium del suo comitato elettorale con le mani alzate in segno di vittoria, un nastrino arancione legato al polso sinistro e il volto felice e rilassato senza la tensione dei giorni scorsi. Un risultato oltre ogni aspettativa che già alle quattro e mezza del pomeriggio costringe Gianni Lettieri, il candidato del Pdl, a fare gli auguri al ragazzo del Vomero e ammettere la sconfitta. «Abbiamo il 66%» dice Luigi all’orecchio di Tonino Di Pietro, una pacca sulla spalla, un frettoloso scambio di battute sommerso dalle grida dei sostenitori.
Dentro e fuori l’albergo del lungomare Caracciolo i sostenitori di De Magistris non si contengono: «Sindaco, sindaco» gli urlano per suggellare il risultato. È un tripudio di bandiere rosse, immagini del Che in un insolito gemellaggio con quelle bianche dell’Idv e dei democratici. De Magistris ringrazia tutti, anche i partiti che lo hanno appoggiato al secondo turno, Pd, Sel e il candidato del Terzo Polo, Raimondo Pasquino. Un riferimento doveroso a chi si è aggregato per strada, rendendo schiacciante lo stacco da Lettieri. Ma alle domande sul sostegno dei bassoliniani Luigi De Magistris preferisce rimandare: «Avremo tutto il tempo per un’analisi del voto». Attesa anche per la prossima giunta. Le indiscrezioni dei giorni scorsi avevano nominato virtualmente l’economista Riccardo Realfonzo, il professore Alberto Lucarelli e l’ambientalista Raffaele Del Giudice: «Sono un gran lavoratore, tra 24 ore mi metterò all’opera, ora consentitemi di godere di questa festa. So solo che nella mia amministrazione non dovrò dare conto a nessuno».
I supporter arrivano a gruppi: «D’Alessio non canti più» e «Chi non salta Cosentino è», urlano, rivolti anche al coordinatore del Pdl sponsor di Lettieri. Esplodono fuochi d’artificio sullo sfondo del Castel dell’Ovo. Per De Magistris è un’acclamazione, il popolo arancione lo avvolge in un abbraccio e man mano che arrivano i risultati dai seggi già scrutinati, dal suo staff gridano alé. Scontato il successo al Vomero (72,28%) e a Stella San Carlo (66%) dove due settimane fa l’Idv ha ottenuto la presidenza della municipalità (Giuliana Di Sangro). Ma anche dove era sfavorito, l’ex pm ha superato Lettieri. Per esempio a Chiaia, fortino del figlio dell’assessore regionale alla cultura Caterina Miraglia, De Magistris ottiene il 59,07% contro ogni pronostico. È una valanga perfino in periferia, dall’inequivocabile percentuale a Barra (70,08%) a quella più che soddisfacente di San Pietro a Patierno (56.46%). Vittoria in tutti i quartieri, 54,35% persino nel rione Mercato-Pendino dove il candidato del Pdl domenica è stato allontanato da un seggio, sorpreso a influenzare gli elettori.
Napoli ha scelto di chiudere con la passata amministrazione, ma anche di non credere al Pdl di Berlusconi e Nicola Cosentino. Il sindaco uscente Rosa Russo Iervolino parla al suo successore: «Siamo sicuri che saprà essere per la città una guida ferma e positiva verso ulteriori mete di sviluppo e di democrazia partecipata». Quindi Rosetta lo rassicura: «Il buco nel bilancio è inferiore a quello di Torino e Roma». Al comitato arriva il commissario cittadino del Pd, Andrea Orlano, insieme al segretario regionale Enzo Amendola. C’è l’ex candidato alle primarie Umberto Ranieri che molto si è speso in questi giorni a sostegno della campagna elettorale, e anche Angela Cortese, che insieme all’altro candidato delle consultazioni di gennaio Nicola Oddati ha formato una corrente cittadina all’interno del partito (Spd). Ci sono i dirigenti di Sel, tra loro Peppe De Cristofaro, il segretario cittadino, che avrebbe voluto sostenere De Magistris già al primo turno. Assenti i bassoliniani, segnale che ormai è inesorabilmente finita un’epoca. Ma l’ormai sindaco l’aveva detto chiaramente ad Andrea Cozzolino che non sarebbe salito sul palco al suo fianco: «I miei elettori non capirebbero», aveva spiegato. Ma non è più momento delle polemiche, e Gino Sorbillo in quota Verdi manda una megapizza con la scritta di mozzarella: «De Magistris sindaco». Di Pietro è raggiante, il suo pupillo ha ottenuto un successo personale che, senza apparentamenti, porterà in consiglio 12 candidati dell’Idv: «Sensazionale», dice.
Alle sette, quando ormai il dato è definitivo, 65,4% a 34,6%, l’ex pm prende nuovamente la parola: «Sarò il sindaco di tutti, anche di chi ha votato Lettieri». Conferma i punti del programma: niente termovalorizzatore, lotta alla camorra, giunta di giovani e donne. E Pasquino presidente del consiglio comunale. «Consulterò i partiti ma andrò avanti da solo come sempre». De Magistris saluta tutti e si avvia, c’è la prima promessa da mantenere: fare a piedi quei «cento passi» fino a Piazza Municipio dove i napoletani lo aspettano da ore. E’ un tripudio, la piazza esplode, «sindaco, sindaco», e «chi non salta Berlusconi è», si urla. E per il Cavaliere il nuovo sindaco dice aver fatto preparare «una torna a forma di cervello».
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