Giallo sulla morte del mullah Omar

by Editore | 24 Maggio 2011 6:54

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I servizi segreti afgani lo avevano dato per morto, i Taliban avevano negato, l’intelligence pachistana era rimasta in silenzio. Dopo una giornata di voci e smentite, la sorte del mullah Omar – il leader degli “studenti islamici” in perenne fuga dall’11 settembre 2001 – è ancora avvolta nel mistero e alla fine il governo di Kabul ha dovuto ammettere di non avere alcuna prova: «Sappiamo solo che è scomparso, da qualche giorno non si trova più a Quetta».
Sono passati 23 giorni dal raid americano su Abbottabad e dall’uccisione di Osama Bin Laden e il capo dei Taliban resta uno dei principali obiettivi nella guerra al terrorismo. Un obiettivo per gli americani (Obama non ha escluso altri raid per colpire i vertici di Al Qaeda e dei gruppi fiancheggiatori) ma soprattutto obiettivo “numero uno” dell’Isi, i potenti servizi segreti pachistani, accusati (non troppo velatamente) di aver “protetto” la decennale latitanza del mullah Omar e dello stesso Bin Laden.
Dopo la morte di Bin Laden era stata proprio l’intelligence di Islamabad a lanciare la “caccia” al leader dei Taliban («se è in Pakistan lo prenderemo»), perché con la sua cattura potrebbe dimostrare al mondo intero che le accuse di connivenza sono false e che il Pakistan è in prima fila (insieme agli Usa) nella guerra al terrorismo.
Il “giallo” di ieri mette però in evidenza come il destino del mullah Omar sia legato a quella sotterranea guerra (di bande, di “intelligence” e di interessi spesso contrapposti) che è vita quotidiana nei territori tribali lungo i confini tra Afghanistan e Pakistan. A diffondere la notizia della sua morte erano stati (attraverso una soffiata ad una tv locale) i servizi segreti di Kabul. Secondo Tolo Tv, il leader Taliban era rimasto ucciso (sabato scorso) durante uno scontro a fuoco con le forze di sicurezza di Islamabad nel Waziristan (zona tribale) dopo essere fuggito da Quetta (capoluogo del Baluchistan, Pakistan) con l’aiuto del generale Hamid Gul, ex capo dei servizi segreti pachistani. Notizia subito definita falsa da un portavoce Taliban («è vivo e si trova in Afghanistan dove coordina le molte attività  dei mujaheddin») e ridicola dallo stesso Gul («non ho mai conosciuto il mullah Omar»). 
Che tra le intelligence di Islamabad e Kabul non corra buon sangue è cosa nota e la rettifica dei servizi afgani («non è morto, ma è scomparso da Quetta») non cambia la sostanza di una soffiata che sembra fatta apposta per mettere in difficoltà  l’Isi. Perché dire che il mullah Omar è scomparso da Quetta è come dire che i servizi di Islamabad sapevano dove si trovava e in qualche modo hanno facilitato la sua fuga.

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