Gaffe, azzardi e offese così Letizia e il Cavaliere sono affondati assieme

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ROMA – Berlusconi ha azzoppato la Moratti, la Moratti ha azzoppato Berlusconi. I sondaggisti sono tutti d’accordo: nelle ultime 72 ore di campagna la strategia del Cavaliere e del sindaco, ispirata dai falchi del Pdl, ha trasformato una vittoria certa in una “quasi sconfitta”. Con il tracollo personale del Cavaliere, precipitato dalle 53mila preferenze del 2006 alle 28mila di questo fine settimana. Il premier paga il conto: ha voluto trasformare il voto meneghino in un referendum su se stesso (e sul governo) nel momento in cui la fiducia che gli italiani nutrono in lui è a picco (la crocetta sulla scheda è sempre un attestato di stima, o almeno di simpatia). Ha voluto incendiare le urne – tra attacchi alla magistratura e sortite contro Pisapia – quando la piazza voleva solo essere rassicurata. «Ha scelto il copione sbagliato», dicono i sondaggisti, Milano come tutte le capitali economiche aveva bisogno di toni bassi e serenità .

«Berlusconi ha scelto l’azzardo, una strategia da pokerista che questa volta è stata un boomerang», spiega il direttore di Coesis Research Alessandro Amadori. Insomma, dal punto di vista della comunicazione questa volta il premier «ha preso un vero schiaffo», ha toppato. E pensare che lui stesso aveva alzato l’asticella a 53mila preferenze dal palco del Palasharp (7 maggio). Errore fatale, come quello di trasformare il voto di Milano in un giudizio universale su di lui e contro i pm. Lo dice anche Renato Mannheimer: nel momento di un forte calo di popolarità  personale questa strategia «non ha funzionato», con Berlusconi che non è riuscito a invertire il trend negativo segnalato da mesi (dal 50-60% del 2010 al 30% attuale). Il perché lo spiega Antonio Noto (Ipr Marketing), per il quale l’usuale esasperazione dei toni non ha pagato perché quelli di Berlusconi non erano attacchi sulla politica o sui programmi, «ma contro l’avversario e contro la magistratura». Così facendo, e Noto non è l’unico a dirlo, «ha danneggiato la Moratti». Ma anche la Moratti ha danneggiato Berlusconi. 
Lo ha fatto con la falsa accusa a Pisapia di furto d’auto. Era mercoledì 11 maggio, mancavano tre giorni al voto, e l’attacco sferrato dagli studi di Sky è stato determinante: nel giro di 72 ore i dati della Moratti e di Pisapia si sono invertiti, con il sindaco che dal 46% è sceso al 42% dello sfidante, e viceversa. Ma la gaffe ha indebolito anche il già  debole Berlusconi, che lodando pubblicamente la sortita morattiana ha dato l’impressione «di essere il mandante» dell’agguato. 
E così è successo l’imprevedibile: tutte le società  di sondaggi il giorno prima del voto, sabato, hanno registrato il testacoda dei due candidati, ma nessuno lo ha preso sul serio giudicandolo «drogato» (i sondaggi erano stabili da settimane). Di solito il 15% degli indecisi sceglie chi votare negli ultimi tre giorni di campagna elettorale, spalmandosi fifty-fifty tra i due candidati. Ma questa volta il 70% ha scelto la pacatezza di Pisapia. E il risultato si è ribaltato.


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