Fincantieri, esplode la protesta scontri da Genova a Castellammare “Tagli sulla pelle dei nostri figli”

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NAPOLI – La prefettura di Genova assaltata con lancio di fumogeni, pietre e bottiglie, il municipio di Castellammare di Stabia devastato. Sei poliziotti feriti in Liguria, quattro in Campania. Mobilitazione a Palermo e sciopero di due ore a Marghera. Dilaga in tutta Italia la protesta dei lavoratori contro il piano di Fincantieri che prevede oltre 2.551 esuberi e la chiusura del cantiere navale di Sestri Ponente e dello stabilimento di Castellammare. La tensione fra gli operai e nell’industria dell’indotto resta altissima anche dopo la mossa del ministro dello Sviluppo Economico, Paolo Romani, che ha fissato per il 3 giugno il tavolo con azienda e sindacati. 

Il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, auspica un progetto «che salvi i siti produttivi e minimizzi gli esuberi». Si muove anche l’Ue, con il vicepresidente Antonio Tajani. Ma l’amministratore delegato di Fincantieri Giuseppe Bono, in una comunicazione ai vertici aziendali, avverte: «La situazione del mercato è tale che solo un piano duro ma coraggioso può assicurare un futuro alla nostra impresa e confermarne la leadership che da anni viene riconosciuta. Il progetto non mira al ridimensionamento dell’azienda, sebbene evidenzi molti esuberi, ma alla sua salvezza», afferma Bono convinto che in gioco ci sia «la sopravvivenza dell’intero comparto navalmeccanico» colpito dalla crisi.
Il manager lancia un appello «a tutto il nostro personale, ai sindacati, alle istituzioni, affinché in uno spirito di responsabilità  collettivo si consolidi una visione comune sul futuro dell’azienda». Ma il clima è pesante. «Si sta scherzando sulla pelle dei nostri figli», recitava lo striscione esposto ieri sull’asfalto della statale Sorrentina bloccata dagli operai di Castellammare. Bloccata l’autostrada anche in Liguria. Il segretario della Cisl Raffaele Bonanni definisce gli esuberi «una cosa incresciosa». 
Il Pd chiede al governo di non attendere il 3 giugno per incontrare gli operai, Nichi Vendola parla di «delitto dal punto di vista della storia industriale del Paese» e di «scandalosa latitanza del governo». Il piano viene definito «inaccettabile» dalla riunione convocata dal presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro, alla presenza dei sindacati e del sindaco di Castellammare, Luigi Bobbio. Caldoro invoca «grande senso di responsabilità  da parte di tutti gli attori in campo», Bobbio chiede le dimissioni di Bono e agita lo spettro di tentativi di infiltrazione della camorra nella disperazione dei lavoratori. 
Ieri, dopo l’occupazione conclusa solo intorno alle 2.30 del mattino, il municipio del comune campano presentava danni per circa 500mila euro: pezzi di vetro dappertutto, gradini delle scale di marmo spaccati, persino un busto di Garibaldi divelto, la testa dell’Eroe dei due Mondi gettata, letteralmente, nel water. In pezzi anche il busto di Vittorio Emanuele II. E poi, suppellettili capovolte, fascicoli e delibere sparsi per terra oppure lanciati giù dal balcone. Sui muri anche una stella a cinque punte sia pure non cerchiata come quella delle Br. «In quel momento – Bobbio – c’erano pochissimi operai. Al contrario, ho visto le facce di alcuni fra i peggiori delinquenti di Castellammare. Segno che la camorra si è infiltrata nella vertenza per soffiare sul fuoco del disagio».

 


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