Fiat al 52% di Chrysler tra dieci giorni

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TORINO – Fiat in vetta a Chrysler. In due anni, dal 10 giugno 2009 al 6 giugno 2011, il Lingotto ha scalato Detroit raggiungendo la maggioranza delle azioni. Con un nuovo colpo a sorpresa ieri Marchionne ha annunciato di aver esercitato l’opzione per l’acquisto del 6 per cento delle azioni detenute dal Tesoro americano. Recentemente Torino era già  salita al 46 per cento di Chrysler dopo aver pagato i debiti contratti con i governi di Washington e Ottawa per risollevare la società  americana dal fallimento. Sommando il 46 per cento al nuovo 6 per cento, Fiat arriverà  al 52 per cento conquistando all’inizio di giugno la maggioranza delle azioni della società  Non sarà  questo il capolinea della scalata. Perché in autunno Torino potrà  salire ulteriormente al 57 per cento.

L’operazione annunciata ieri sarà  perfezionata entro dieci giorni. Il prezzo di acquisto delle azioni in mano al Tesoro americano, dice un comunicato, «sarà  basato su una determinazione dell’equity value di Chrysler da concordarsi tra Fiat e il Dipartimento del Tesoro entro dieci giorni lavorativi». In caso di mancato accordo Torino pagherà  «la media delle due valutazioni più prossime tra di loro su tre valutazioni formulate da tre banche d’investimento nominate dalle parti». Considerando che nei giorni scorsi Fiat ha pagato il 16 per cento di Chrysler poco meno di 1,3 miliardi di dollari, è prevedibile che il 6 per cento della casa di Detroit valga intorno ai 500 milioni di dollari. Questo perché «ogni giorno che passa il valore aumenta», come ha detto due giorni fa lo stesso Marchionne parlando a Torino a margine della presentazione della nuova Lancia Ypsilon.
Il prossimo step, quello che porterà  in autunno la quota Fiat al 57 per cento, è l’ultimo dei tre pacchetti di azioni ottenute da Torino scambiando tecnologie con gli Usa. Avverrà  quando sarà  omologata l’auto ecologica in grado di percorrere quaranta miglia con un gallone di benzina: «Il modello c’è già , attendiamo l’omologazione Usa», ha detto l’ad. Sfruttata quest’ultima possibilità , per la Fiat sarà  necessario attendere il luglio 2012 prima di pensare a un’ulteriore scalata. Da quella data Marchionne potrà  acquistare dal fondo pensioni Veba del sindacato due pacchetti dell’8,2 per cento, uno per ogni semestre, facendo scendere la partecipazione del fondo al 24 per cento e facendo salire quella di Fiat al 73 per cento. Uno scenario che potrà  realizzarsi solo a giugno 2013. Prima di allora, è presumibile, il Lingotto avrà  già  concordato con lo stesso fondo Veba i tempi della quotazione in borsa di Chrysler e, successivamente, della fusione delle sue società . Tanto che nella nota a margine del comunicato emesso ieri si ricordano i termini dell’accordo per la cessione delle due quote dell’8,2 per cento sottolineando che il prezzo verrà  determinato da un certo calcolo sulle performances dell’azienda «ove Chrysler non sia quotata». Più probabilmente invece tra due anni la casa di Detroit sarà  già  nella Borsa americana.

 


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