Feantsa: “Nelle città  europee tendenza preoccupante alla criminalizzazione”

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ROMA – “Nonostante l’impegno dell’Unione europea a favore delle persone senza fissa dimora, le singole città  dimostrano una preoccupante tendenza alla criminalizzazione”. Con queste parole Feantsa, la federazione europea delle organizzazioni nazionali che lavorano con i senza fissa dimora (http://www.feantsa.org/), lancia un allarme a livello comunitario, denunciando l’utilizzo sempre più frequente di misure repressive. L’occasione per condannare quanto accade è fornita da un decreto entrato in vigore a Budapest lo scorso 27 aprile, in base al quale dormire in strada diventa un reato punibile con multe fino a 200 euro e, in caso di mancato pagamento, con la detenzione.

“Il decreto è in contrasto con i principi costituzionali in Ungheria, nonché con la Carta internazionale dei diritti umani – riferisce la Federazione in una nota ufficiale –. In nome dell’ordine pubblico limita i diritti delle persone più vulnerabili”.  È una dura condanna quella di Feantsa, secondo cui “rendere la condizione di senza tetto un reato mira a nascondere il problema, piuttosto che offrire una soluzione reale. Così si colpiscono sempre le persone più deboli”.  L’ordinanza varata dalla capitale ungherese si inserisce in un giro di vite più ampio messo in atto dalla città  per contrastare il fenomeno: il consiglio comunale infatti ha recentemente annullato i suoi contratti con le ong che forniscono servizi per le persone senza dimora. Inoltre, secondo quanto denuncia la Federazione, “non ha aumentato il numero di posti letto e ha ridotto sensibilmente il budget”.

Ma il problema della criminalizzazione travalica i confini dell’Ungheria: “Si tratta di uno sviluppo allarmante nelle grandi città  europee, come Madrid, Londra e Praga – riferisce infatti Feantsa –. Città  che stanno adottando misure repressive e coercitive, minacciando di espellere le persone senza fissa dimora dagli spazi pubblici”. Si tratta di provvedimenti in chiaro contrasto con le attuali politiche adottate dai governi degli stati membri dell’Ue: “Mentre questi si sono impegnati nello sviluppo di strategie integrate e promettono di adottare misure per porre fine al problema, le amministrazioni comunali stanno offrendo risposte crudeli e inefficaci, che non farebbero che aggravare l’esclusione sociale e la violazione dei diritti umani”. Ed è proprio all’Ue che si rivolge il direttore della Federazione, Freek Spinnewijn: “Sarebbe interessante sentire una reazione da parte delle istituzioni europee contro la criminalizzazione e in favore di soluzioni integrate e sostenibili al problema dei senza tetto”. (gig)

 

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