Exor vende un pezzo di storia addio alla casa della famiglia Agnelli

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TORINO – «Il corridoio era lungo, a destra e a sinistra si aprivano le camere da letto.. A metà  corridoio c’era la camera da gioco dove stavamo quasi sempre, piena di scaffali e di giocattoli. Noi eravamo tanti e avevamo tante governanti che non si amavano tra loro. D’inverno le lampadine erano sempre accese, la luce di Torino che entrava dalle finestre era grigia e spessa. Le finestre della stanza dei nonni si aprivano su corso Oporto. Vestivamo sempre alla marinara: blu d’inverno, bianca e blu a mezza stagione, bianca d’estate». La descrizione è di Susanna Agnelli e la casa di corso Oporto, oggi corso Matteotti, è la residenza storica della «dinastia Fiat».
Per i vecchi torinesi era ed è la casa degli Agnelli: del capostipite e fondatore della Fiat Giovanni Agnelli con la moglie Clara Boselli, del figlio Edoardo sposato con Virginia Bourbon del Monte e dei loro «ragazzi», Clara, Giovanni, Susanna, Maria Sole, Cristiana, Giorgio, Umberto, tra gli anni Venti e i Quaranta. Poco lontano c’era e c’è ancora il celebre liceo d’Azeglio, scuola obbligata per i rampolli della borghesia torinese, frequentato da quasi tutti i nipoti del senatore. Compreso Gianni che non doveva essere proprio uno stinco di santo se, come racconterà  sua sorella Suni un giorno, all’uscita da scuola, lanciò la borsa dei libri di un compagno su un camion che stava attraversando la strada. Con seguito di punizione da parte del nonno: niente estate a Forte dei Marmi, tutti a Villar Perosa. Che, come punizione, non era terribile anche se i ragazzi preferivano il mare alle valli piemontesi.
Alla fine della seconda guerra, con la morte senatore e i matrimoni degli eredi, la casa di corso Matteotti, con le colonne all’ingresso e lo stile vagamente neoclassico si andò via via spopolando per poi trasformarsi nella sede delle finanziarie di famiglia, Ifi e Ifil e in tempi più recenti di Exor, la società  attraverso la quale gli Agnelli controllano la Fiat. Ora anche quella stagione si è chiusa definitivamente. Il palazzo è stato acquistato per 18,2 milioni di euro dal fondo immobiliare Alisia, partnership tra Fenera ed Ersel che fanno capo a un gruppo di famiglie torinesi. E’ salva la torinesità  ma una storia è finita con un’operazione finanziaria che, a sentire il presidente della Fiat John Elkann, rafforza però il radicamento della Famiglia a Torino. E’ lui ad avere deciso il trasferimento della Exor al Lingotto per marcare in modo preciso il luogo in «si concentrano gli interessi della famiglia». Perché oltre alla casa di corso Matteotti, è stata messa in vendita anche la palazzina di via Giacosa sede della Fondazione Agnelli, alle spalle di corso Marconi dove c’erano i due edifici della Fiat alienati da tempo. Tra qualche mese al Lingotto saranno quindi concentrati Fiat spa, Fiat Industrial, Exor, la Fondazione e la Pinacoteca Agnelli. Dal nuovo quartier generale, Exor potrà  seguire le evoluzioni dell’accordo con Chrysler e della stessa Exor che ieri ha presentato i conti del primo trimestre 2011: 44,8 milioni di utile netto con un aumento del 13% e un nav (net asset value) cresciuto di 519 milioni a 8,9 miliardi. Un buon viatico che tra oggi e domani accompagna i cinquanta eredi della famiglia in un viaggio nella Torino del Centocinquantesimo e della storia Fiat: dal Museo del Risorgimento al nuovo Stadio della Juventus appena ultimato.


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