Droga, lo strappo antiproibizionista di Bolzano
“Dobbiamo trovare un metodo per implementare il mercato all’interno della legalità . Si può dare la sostanza alle persone che hanno già sviluppato una tendenza, restando ovviamente dentro a un percorso sanitario. Si deve rilanciare l’idea di togliere alle mafie quei soldi e quel potere, e trovare un modo di dare le sostanze a quelle persone, riducendone il bisogno. E con la cannabis legalizzare la coltivazione privata”. La posizione dello psicologo, che pare sconvolgente per il grande pubblico, è già nota negli ambienti e deve aver convinto molto alcuni amministratori, dato che Koler ha iniziato a collaborare anche con la Regione Emilia Romagna, l’Austria e Amburgo.
Koler ha già messo in campo le sue idee. A Bolzano, dal 2001. E i risultati gli danno ragione, dato che da allora è in costante calo tra i giovani il consumo di cannabis, alcol e tabacco. Ammettere l’esistenza del problema, sostiene lo psicologo, è il primo passo per arrivare alla soluzione del problema. E legalizzare il consumo, o anche la produzione, leva alle mafie una delle più importanti fonti di reddito. Togliere i consumatori di droghe dalla clandestinità permette allo Stato di individuarli e assisterli nel percorso di recupero.
La parola d’ordine di Koler è una: il divieto non serve, mai. Partendo da questa considerazione, lo psicologo spiega alcuni particolari del suo progetto: “da noi il problema più grave è quello dell’alcol. Abbiamo fatto questo patto. Tutti gli studi e le ricerche dimostrano che l’aggressività cresce con l’aumento del livello di gradazione. Le persone possono consumare l’alcol, ma con responsabilità . È la nostra campagna: bere responsabile. Abbiamo chiesto ai Comuni di organizzare un servizio di minibus notturno efficientissimo. La Nightline porta in giro i giovani durante la notte e gli incidenti del sabato sera sono quasi scomparsi”. Lo stesso metodo è stato utilizzato per combattere il fumo di sigarette, con successo, dato che presto sarà esportato in Austria e Germania. E ora, nei progetti di Koler, che certamente troveranno l’appoggio dell’amministrazione provinciale visti i successi del professore, questo metodo dovrà essere applicato anche con i consumatori di cannabis. “E’ inutile dire a un ragazzo che vive in mezzo al disagio: tu devi smettere. Quello è l’ultimo suo problema. Dobbiamo fornire buone competenze ai genitori per educare i figli, dargli i mezzi per farlo, dalla civiltà della vita agli asili nido. La droga non è il centro del problema”.
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