by Sergio Segio | 12 Maggio 2011 18:41
ROMA – “Ben 106 segnalazioni di nuove sostanze o eventi di tossicità nel 2010 sul territorio italano, il 73,8% in più del 2009”. È il dato presentato oggi a Lisbona al Primo Forum sulle nuove droghe nel quale il Dipartimento politiche antidroga ha presentato i risultati del lavoro svolto dal Sistema nazionale di allerta precoce, che ha il compito di monitorare e individuare i fenomeni legati alla comparsa di nuove droghe e nuove modalità di consumo, attivando delle azioni di risposta per prevenire potenziali rischi per la salute pubblica. “L’Italia – spiega in un comunicato il Dipartimento politiche antidroga – proprio sul Sistema di allerta si è rivelata all’avanguardia sia sui metodi operativi, che vedono un forte coinvolgimento dei pronto soccorsi sia sui risultati raggiunti in poco più di due anni dall’attivazione dello stesso”.
Il monitoraggio della rete Internet, la rilevazione delle intossicazioni da nuove sostanze e i controlli negli smart shop, ha portato numeri ben più alti rispetto al 2009. Oltre alle 106 segnalazioni, ci sono stati 9 allerta nazionali “con un tempo medio di attivazione paria a 4 giorni tra l’arrivo della segnalazione e l’invio dell’allerta”, spiega il Dipartimento. Sono stati registrati anche 19 casi di intossicazione acuta legati all’assunzione di cannabinoidi sintetici. Mentre 85 sono stati i controlli negli smart shop di tutta Italia con 21 azioni di sequestro di materiale illegale. “Le attività di monitoraggio della rete Internet e degli smart shop – spiega il Dpa – ha consentito di individuare numerose nuove molecole diffuse anche sul territorio italiano e di attivare una procedura più rapida rispetto al passato di inserimento di queste molecole nella tabella delle sostanze stupefacenti, grazie alla collaborazione con il ministero della Salute e il Consiglio superiore di sanità ”.
“I dati presentati dall’Emcdda – spiega Giovanni Serpelloni capo del Dpa – parlano di 41 nuove sostanze psicoattive ufficialmente segnalate nel 2010, un’enormità rispetto alle 24 del 2009 e alle 13 del 2008. Dati che confermano il trend attuale che vede sempre più la capacità del mercato illegale di aggirare la legislazione corrente con nuove molecole non incluse nelle tabelle e la necessità dei Paesi di intervenire cercando di identificare formule legislative adeguate al fine di includere un’ampia gamma di diverse strutture chimiche, appare un’esigenza comune a molti. L’Italia al pari di altri Paesi, sta lavorando proprio su questo fronte, e nel frattempo ha comunque attivato una procedura con il Ministero della salute che consente di velocizzare l’inserimento nelle tabelle di nuove molecole stupefacenti”.
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