Da Istambul la ricetta Per rilanciare i paesi in via di sviluppo

by Sergio Segio | 10 Maggio 2011 8:06

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Sono notizie che, in teoria, dovrebbero farci ben sperare per il futuro. In realtà  così non è, perché un gruppo di 48 paesi con una popolazione totale pari a 900 milioni di individui, i cosiddetti paesi meno sviluppati, (Ldc), sono ancora vittima di estrema povertà  e di elevati livelli di vulnerabilità  economica.
Oggi i paesi Ldc, che vantano quasi il 13% della popolazione mondiale, ricevono soltanto l’1% della produzione economica globale. Peggio ancora, nonostante alcuni progressi sul fronte economico e sociale, il divario tra i paesi Ldc e il resto del mondo si allarga in termini di reddito istruzione, mortalità  infantile produttività  agricola, esportazioni e tutta una serie di altri parametri. Nel 1971 i paesi Ldc erano infatti 25, contro i 48 di oggi, e solo tre paesi sono stati in grado di emanciparsi dal gruppo. Questo quadro pessimistico è ulteriormente peggiorato a seguito di scontri e conflitti civili, a causa della crisi economica, del cambiamento climatico, dell’aumento dei prezzi degli alimenti e del combustibile. È una situazione semplicemente insostenibile. Un miliardo di persone, i più poveri del mondo, vivono con meno di un dollaro al giorno e il resto della comunità  internazionale non può ignorare le loro sofferenze. Non si tratta semplicemente di una considerazione di carattere morale. Non si può ignorare il nesso tra sviluppo, pace e sicurezza. Quindi, fino a quando i paesi LCD continueranno ad essere sempre più emarginati, nessuno può attendersi che il mondo prosperi in pace e sicurezza. Ma l’aiuto ai paesi Ldc non deve essere neppure visto esclusivamente in un’ottica di sicurezza. Date le opportunità  che il mercato offre in tali paesi, grazie alla numerosa popolazione e alla ricchezza di risorse naturali, investire nei paesi LCD è una decisione che comporta mutui vantaggi sotto il profilo commerciale e che sarà  di forte impulso alla crescita della prosperità  globale, creando una condizione universale di beneficio. La comunità  internazionale ha quindi tutti i motivi per cogliere la sfida ed agire in solidarietà  globale per aiutare le persone che rappresentano il segmento più povero e più vulnerabile dell’umanità . Dato che queste persone perdono terreno rispetto al resto del mondo ogni anno che passa, è giunto il momento di interrompere questo circolo vizioso.
Come comunità  internazionale oggi noi abbiamo di fronte un’opportunità  storica. Questa settimana ad Istanbul, ospiteremo la quarta conferenza delle Nazioni Unite sui paesi meno sviluppati. Circa 10.000 partecipanti, provenienti da tutto il mondo, si riuniranno a Istanbul per affrontare i problemi che assillano i paesi Ldc e per discutere strategie per aiutarli a superare tali sfide.
Saranno presenti leader di ogni parte del mondo, funzionari governativi, rappresentanti della società  civile e del settore privato, parlamentari, accademici, intellettuali, giornalisti ed esperti delle organizzazioni internazionali. Insieme discuteranno e adotteranno un programma che fisserà  le tappe dell’azione dei paesi Ldc e della comunità  internazionale per il prossimo decennio. Si tratta del quarto vertice ONU su queste tematiche tenuto a partire dal 1980 con cadenza decennale. Le conferenze precedenti ebbero luogo a Parigi (per due volte) e a Bruxelles. Questa volta dobbiamo fare in modo di apportare un vero valore aggiunto alla cooperazione internazionale allo sviluppo, creando un nuovo spirito di azione. Dobbiamo comprendere che non ci si può fermare alla “normale amministrazione”. Sia i paesi Ldc che la comunità  internazionale e in particolare i più importanti partner allo sviluppo sono tenuti ad assumere maggior controllo sul processo, onorando gli impegni presi.
Dovremo affrontare il divario strutturale esistente nei paesi Ldc e individuare strategie per rafforzarne la capacità  produttiva. Attraverso una serie di misure, tra cui iniziative come “Aid for Trade” e “Aid for Investment”, dobbiamo garantire che i paesi Ldc acquisiscano le necessarie capacità  umane, istituzionali e tecnologiche per guadagnare autonomia e sostenere la propria crescita economica.
Come ospite ufficiale di questo importante consesso auspico che il vertice di Istanbul realizzi effettivamente questi obiettivi e risulti decisivo. Inoltre il vertice di Istanbul ha delle peculiarità  incoraggianti rispetto agli sviluppi futuri. Sarà  la prima volta che la conferenza si tiene al punto di incontro tra Occidente e Oriente, tra Nord e Sud del mondo.
La Turchia non solo comprende i problemi dei paesi Ldc, ma dispone di una gran quantità  di esperienze utili e di successo da condividere. È in quest’ottica che la Turchia negli ultimi anni ha notevolmente incrementato gli aiuti ai paesi Ldc. È diventata partner emergente dello sviluppo di questi paesi con due miliardi di dollari di aiuti l’anno e numerosi concreti progetti di sviluppo in corso.
Inoltre, per la prima volta nella storia delle Conferenze sui paesi Ldc, parlamentari, rappresentanti del settore privato, accademici e intellettuali si incontreranno ai margini del vertice, a fianco delle delegazioni governative. Questo diverso gruppo di partecipanti è in grado di mobilitare le risorse necessarie, sensibilizzare le parti in causa e monitorare l’adempimento degli impegni presi dai governi, è quindi della massima importanza che ora abbia realmente un ruolo attivo.
Il vertice di Istanbul ci offre un’opportunità  storica per instillare un rinnovato e rafforzato senso di partecipazione a questo processo e adempiere alla promessa di dimezzare il numero dei paesi Ldc entro il prossimo decennio. Creare un nuovo schema di sviluppo per i paesi Ldc nel prossimo decennio è un obiettivo ampiamente alla nostra portata.
È quindi fondamentale che tutti coloro che credono in questo obiettivo collaborino all’impresa e partecipino al vertice di Istanbul al massimo livello politico. I leader mondiali devono inviare un messaggio chiaro e forte alla comunità  internazionale al fine di accrescere la pace , la sicurezza e la stabilità  globali nonché di rivitalizzare l’economia globale, soprattutto in un periodo in cui il mondo intero è oggetto di una vasta trasformazione.
Oggi Istanbul è nota a molti per le sue caratteristiche straordinarie di punto di incontro tra continenti, crogiuolo di civiltà . Ma nulla ci renderà  più fieri se, grazie al successo di questo vertice e del processo che seguirà , Istanbul sarà  ricordata come il luogo in cui è stata impressa una svolta positiva alle sorti di quasi un miliardo di persone sfortunate. Istanbul sarà  allora il luogo in cui si odono i primi vagiti di un nuovo, equo, ordine mondiale. Noi crediamo che questo sia possibile. E la Turchia farà  tutto ciò che è in suo potere per renderlo realtà .
*Presidente della Turchia
Traduzione di Emilia Benghi

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