Compagnie low cost padrone dei cieli

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ROMA – Le compagnie low cost sono i nuovi padroni del cielo. Crescono, in Italia e in Europa, a ritmi che i marchi più blasonati nemmeno si sognano: tra il 2004 e il 2009 lo sviluppo del settore a basso costo nel mondo ha raggiunto livelli da capogiro, con un più 14% se si considerano i posti offerti, contro un misero più 1% dei vettori tradizionali. In Europa, il dato sui posti offerti è ancora più illuminante: +18% per le low cost e pari a zero crescita per vettori tradizionali. E in Italia sono numeri da record: il tasso di crescita è dell’80% sulle rotte nazionali e del 53% su quelle internazionali.

Sono i dati contenuti in uno studio commissionato da Enac a Kpmg e presentato ieri dal presidente dell’Ente per l’aviazione civile Vito Riggio, dal direttore Alessio Quaranta e dal consigliere del board Enac, Franco Pronzato. Il dossier dimostra anche che l’Italia si pone ai primi posti per liberalizzazione del settore. Da noi la cavalcata delle low cost ha fatto crescere intere Regioni e Comuni abbandonati anche dalle Ferrovie, aprendo al turismo spicchi dimenticati del nostro Paese. 
È un successo, quello raggiunto da vettori come Ryanair, easyJet, Air Berlin e altri attori, che scaturisce dalla progressiva ritirata dal mercato dell’ex monopolista Alitalia negli anni della crisi e della privatizzazione. Qualche esempio: in Gran Bretagna ci sono compagnie come Flybe che collegano 36 scali (il 65% del totale). In Spagna Vueling copre il 47% degli scali, una quota pari a quella di Air Berlin in Germania. Nel nostro Paese Ryanair copre 19 aeroporti (molti piccoli o medi) pari al 45% del totale, Air Baltic 16 (il 38% del totale) e easyJet 16 (38%). 
Il fenomeno low cost aiuta anche il Pil e la crescita dei territori che unisce: secondo l’indagine, condotta su un panel di cinque aeroporti, tra il 2004 e il 2009 la percentuale di passeggeri in entrata è stata del 50%, mentre la spesa diretta sul territorio, in media, è stata 11 volte i ricavi del settore. L’ulteriore Pil attivato attraverso la maggiore spesa turistica è stato 9 volte i ricavi delle compagnie low cost.
Ma accanto ad un crescita a due cifre all’orizzonte si intravedono seri problemi di sicurezza e di gestione del trasporto aereo. Dal 2012 l’attività  di controllo dell’Enac rischia di ridursi ai minimi termini. L’allarme è stato lanciato dallo stesso presidente dell’ente Riggio che, a fronte del mancato turn over degli ispettori di volo, una carenza di organici pari a 20 unità  sulle 48 previste, potrebbe ridurre o peggio rallentare i controlli di sicurezza che ogni giorno vengono effettuati sugli aerei che operano nei nostri scali.


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