Cinque per mille. Dipendenti e pensionati sono i più “generosi”

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ROMA – La solidarietà , anche quella che corre sull’arido filo del fisco, ha per protagonisti i più deboli: lavoratori dipendenti e pensionati. A oltre un quinquennio dalla nascita del meccanismo del 5 per mille, entrato in vigore per la prima volta con la dichiarazione dei redditi del 2006, si può dire che è il modello 730, quello che compilano i lavoratori dipendenti e i pensionati, ad aver dato di più. 

Il 73 per cento di questi contribuenti non si dimentica di sbarrare la casellina e di inserire ogni anno il codice fiscale dell’associazione o dell’ente beneficiario. Più distratti, invece, i lavoratori autonomi e i professionisti che compilano l’Unico: solo il 27 per cento di loro vincola il 5 per mille della propria Irpef a scopi benefici.
E’ questo l’ultimo dato sulla grande corsa del cinque per mille che sta per arrivare al traguardo: sabato 7 è scattata la chiamata finale per gli enti del volontariato e le associazioni sportive dilettantistiche interessate ad iscriversi negli elenchi dei beneficiari. Entro fine mese per i contribuenti che compilano il 730 e entro il 30 giugno per chi ricorre al modello Unico, potranno fare la propria scelta.
La torta da ripartire, dopo le mille polemiche sul rifinanziamento, è cospicua anche quest’anno: lo stanziamento per il 2011 è di 400 milioni. Se lo divideranno le circa 41 mila Onlus, enti del volontariato, enti di ricerca scientifica, enti universitari, di ricerca sanitaria e associazioni sportive dilettantistiche: soggetti iscritti agli elenchi dei beneficiari. Un “esercito del bene”, tutto sommato, che in questo caso sembra vincere. Le offerte sono molte, la pubblicità  di coloro che vanno caccia del 5 per mille è insistente ma in questo caso la “mano invisibile” dei contribuenti sembra saper scegliere.
Basta vedere come i nomi che svettano in cima alle classifiche (gli ultimi dati noti sono quelli del 2009): da Medici senza frontiere, a Emergency, all’Unicef. Per la ricerca scientifica campeggiano cinque “marchi” di prestigio: l’Associazione italiana per la Ricerca sul cancro, la Fondazione per la Sclerosi multipla, la Fondazione Umberto Veronesi, la Telethon, il San Raffaele del Monte Tabor. Il contribuente, seppure vessato e oppresso dalle tasse, non rinuncia a mettere la mano sul portafoglio quando si tratta di indirizzare il proprio 5 per mille a favore della ricerca su malattie terribili come l’Alzheimer e il Parkinson e i tentativi di cura che le neuroscienze fanno anche attraverso le cellule staminali.
Quanto ai numeri nel 2009, per il quarto anno consecutivo i contribuenti hanno indirizzato le proprie preferenze verso la categoria del volontariato e delle Onlus, che ha ricevuto 267,7 milioni. E’ cambiato, invece, l’ordine del podio (rispetto al 2008) con gli enti della ricerca scientifica e dell’università  che, con 63,6 milioni, hanno scavalcato gli enti della ricerca sanitaria. Questi ultimi, a loro volta, saranno premiati con 61,3 milioni. Chiudono la graduatoria i Comuni di residenza del contribuente, ai quali vengono assegnati 13,2 milioni, e le associazioni sportive dilettantistiche, cui andranno circa 6,1milioni.


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