Anche dvd porno nel fortino di Bin Laden. I Navy Seals: “Ucciso dal secondo proiettile”

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NEW YORK – Ci mancavano i video porno. Sembra il compound più pazzo del mondo quello dove un giorno gli americani annunciano di aver trovato il Viagra e un altro sbandierano l’esistenza di una intera collezione di filmini pornografici. Barack Obama aveva giustificato il suo «no» alla pubblicazione delle foto «raccapriccianti» del leader di Al Qaeda proprio per evitare – oltre alla rabbia degli islamisti – anche l’allegro utilizzo che in altri casi (vedi l’impiccagione di Saddam Hussein) certa stampa popolare Usa aveva fatto. E pensate cosa succederà  adesso con le immagini già  in circolazione – queste sì distribuite dal Pentagono – di Osama che si guarda in tv toccandosi la barba: il fotomontaggio è scontato.

Il materiale pornografico è «davvero vasto», giurano gli anonimi funzionari Usa alla Reuters, l’agenzia giornalistica che ha fatto lo scoop e aveva già  fatto arrabbiare la Casa Bianca pubblicando le immagini (passate dai pachistani) dei cadaveri dopo il blitz. Gli americani dicono di non poter affermare, per ora, se i video appartenessero a Bin Laden o a qualche altro ospite. Il rifugio era affollatissimo. C’erano i kuwaitiani le cui tracce hanno portato la Cia fino ad Abbottabad. C’erano almeno due figli di Osama, uno morto e l’altro sparito nel nulla. Per non parlare delle tre mogli – che finalmente sono state interrogate dai funzionari Usa, dimostrando manco a dirlo «ostilità » – e senza contare le decine di bambini. Certo è che i video sono «moderni» e «registrati elettronicamente». Nel villone non c’era Internet però Osama guardava la tv e aveva anche un videoregistratore: oltre ai computer, gli hard dischi e le “pennette” in cui nascondeva i piani dei nuovi attentati.
La scoperta dei pornovideo non è l’ultima che arriva dal compound. Una nuova ricostruzione rivela che Osama sarebbe morto in mutande – la moglie ha detto che erano appena andati a dormire – ma che il primo colpo, esploso dal primo Seal, l’avrebbe mancato. Bin Laden è stato ucciso dal secondo proiettile, sparato da un altro commilitone che l’ha colpito al torace, e poi dal terzo: quello che attraverso l’occhio sinistro gli ha spappolato il cervello provocando – secondo la descrizione splatter di un parlamentare che ha visto le foto – «la fuoriuscita della materia grigia». Anche un terzo marine era nella stanza: avrebbe allontanato le donne e le figlie dalla linea di fuoco.
Gli eroi che hanno partecipato al blitz sono stati 25 (il commando era di 69 uomini, in vista di un possibile scontro con i pachistani) e 6 avevano sugli elmetti una videocamera con cui hanno filmato tutta la scena. Adesso il capo del Pentagono, Bob Gates, dice di temere per loro e soprattutto per le famiglie. L’identità  è ovviamente segreta – neppure Obama, che li ha incontrati e decorati, sa chi sono quelli che hanno sparato – ma la vigilanza nella base di Virginia Beach è stata rafforzata per timore di vendette dei terroristi.
Anche i video porno sono ovviamente adesso all’esame della Cia. E già  sul web impazza il dibattito. Perfino la National Review, giornale conservatore, chiede che si faccia, anche qui, «piena luce»: che genere preferiva, che cosa gli piaceva? «Il contenuto potrebbe svelare particolari della psicologia di Osama, in fondo tanti gerarchi nazisti in fondo si nutrivano di pornografia». Sembra avverarsi la profezia di Roznama Jawani, il coraggioso blog satirico pachistano – odiato dal governo e dagli islamisti – che nel novembre scorso aveva sbandierato un’intervista in cui Bin Laden lamentava di aver dovuto rinunciare alla carriera di pornostar per il terrorismo: «Che tempi. Luce, camera, azione! E tutto quello che dovevamo fare era saltar su come conigli… ».

 


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