Anansi, il dio che insegna a piantare alberi
Un nome d’arte evocativo e importante quello scelto da Stefano Bannò, artista poliedrico e vivace, nato a Trento da genitori siciliani 22 anni fa. Se la ricchezza delle sue radici si manifesta in lui fin da piccolo quando impara a suonare chitarra, basso e percussioni, è la profondità d’animo e l’impegno sociale che lo rendono da subito un artista speciale. La sua prima canzone porta un titolo che caratterizzerà fino ad oggi il suo modo di essere, di pensare e di vivere: No Racism.
Il nome di Anansi, infatti, ci è sempre più familiare, oltre che per i suoi successi musicali, per la sua presenza in occasioni di solidarietà e di pace, d’impegno in prima persona per i temi più delicati e attuali, che trasmette anche e soprattutto attraverso i suoi brani.
Dall’Italia all’Irlanda Stefano incontra numerosi cantautori e porta in spalla, assieme alla chitarra, le sue melodie e la sua spontaneità in giro per il mondo. Conta numerose esibizioni live in Italia e in Europa, fino al 2009, anno in cui
esce il suo primo album solista “Anansi” e in cui entra a far parte della band Roy Paci & Aretuska. Con reggae, ska e patchanka Anansi arriva in America. Nel maggio 2010 esce “Latinista”, ultimo album di Roy Paci & Aretuska, in cui Anansi affianca il musicista siciliano come co-interprete e co-autore. Quest’anno Stefano Bannò partecipa al 61° Festival di Sanremo, sezione giovani, con il brano “Il Sole dentro”, specchio di un’anima chiara che comunica emozioni forti anche attraverso i ritmi del rock, dell’hip hop e del blues.
Attraverso brani come questo e con la sua stessa vita Anansi si fa portavoce di molti temi a noi cari che spaziano dai Diritti Umani ad un’economia più giusta. Dalla pace sino alla salvaguardia dell’ambiente. Ed è in nome di questa Salvaguardia che sta sostenendo la campagna 1 fan 1 albero. Una campagna che mira ad avere, come scritto recentemente, 17.317 fan su facebook per piantare 17.317 alberi all’equatore in memoria di 17.317 giovani profughi, anche ambientali, che hanno trovato la morte nel tentativo di attraversare il Sahara come documentato recentemente da Fortezza Europa.
Diventando fan della nostra pagina su facebook e invitando i suoi numerosi fan a fare lo stesso anche Stefano ha piantato il suo albero all’equatore, affiancandoci nella sfida di riforestare un pezzettino di mondo che lotta contro la desertificazione ma che, ci auguriamo, non sarà costretto ad affrontare la tragedia di una migrazione forzata per cause economiche, sociali o ambientali.
Ognuno di noi può seguire l’esempio di Anansi e aderire alla nostra campagna. Piantiamo un albero in Kenya! Per diventare fan della nostra pagina facebook basta meno di un minuto, e non costa nulla. Ma attenzione. C’è spazio anche per i più generosi. Coloro che non si accontentano di una foresta ma la vogliono anche rigogliosa possono fare una donazione.
Fermare l’avanzata del deserto e ricostruire una foresta è una lotta lunga e difficile che solo affrontando con il coraggio e l’aiuto di molti possiamo sperare di vincere! Non possiamo quindi che ringraziare tutti coloro che ci raggiungeranno su Unimondo Face2Facebook, e in particolar modo oggi ringraziamo Stefano, che aderendo alla campagna 1 fan 1 albero ha dato prova di avere, oltre a grande talento, un cuore solidale!
Lo stesso cuore che Elisa e Giorgia hanno dimostrato per prime. Non solo il terremoto de l’Aquila ma la ricostruzione non ha confini né spaziali e né temporali. Come l’agire degli dei. Anansi porta la pioggia, crea il sole, la luna e le stelle e insegna le tecniche dell’agricoltura ma, soprattutto, condivide la sua saggezza con gli uomini.
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