Amministrative, in 13 milioni al voto il centrosinistra cerca la rivincita
ROMA – C’è sempre una linea del Piave. Per Berlusconi è vincere subito a Milano e a Napoli, evitando i ballottaggi. Per Bersani è conquistare Torino e Bologna e andare al ballottaggio a Milano e Napoli. E per il Terzo Polo di Casini, Fini e Rutelli è capire se sono riusciti ad accaparrarsi uno spazio di consensi che valga (nel riepilogo nazionale) una percentuale a due cifre.
La posta politica delle amministrative è questa. Ed è un vero test, come leader e partiti ben sanno, perché al voto vanno 13 milioni di italiani (un elettore su cinque) per rinnovare 1.177 consigli comunali (23 sono i capoluoghi) e 11 provinciali. Quindi oggi (dalle 8 alle 22) e domani (dalle 7 alle 15) in 13 mila sezioni elettorali, la sfida è aperta. Il segretario del Pd ha detto e ripetuto: «Possiamo giocarcela fino in fondo». I Democratici cercano la rivincita. Il leader di Sel, Nichi Vendola chiama alla riscossa per «misurare il varco nel berlusconismo». Berlusconi ne ha fatto un referendum “pro o contro” di lui con toni aspri fino agli insulti al sindaco uscente di Napoli Rosa Russa Iervolino (a Milano ci ha pensato la Moratti con il “fango” su Pisapia). Sono come sempre gli indecisi la posta in gioco delle ultime ore; e l’incognita sarà l’astensionismo e il voto anti-casta dei grillini.
C’è tutta una mappa di città medio o medio-piccole al voto che faranno la differenza per stabilire se avrà avuto la meglio la sinistra oppure se la destra di Berlusconi&Bossi è ancora in attivo. A Trieste, ad esempio, i candidati sindaci sono dieci e il centrodestra si presenta frazionato come nessuno avrebbe immaginato solo un anno fa. Così la gara è in realtà tra ex amici pdl che appoggiano chi Roberto Antonione chi il leghista Max Fedriga, mentre il centrosinistra in una felice oasi unitaria si ritrova attorno al pd, Robero Cosolini. Candidati a primo cittadino sono anche Michele Lo Bianco per Fli, il partito di Fini; Edoardo Sasco per l’Udc di Casini. Altra bella sfida è quella di Cagliari – (in Sardegna ci sono 97 città al voto, 300 mila elettori, ma c’è pure il referendum sul nucleare) – dove un giovane vendoliano trentacinquenne Massimo Zedda si batte contro Massimo Fantola, ingegnere, e il terzo Polo si fa rappresentare da Ignazio Artizzu, beniamino dei cacciatori. Ci sono poi a Cagliari cinque donne candidato sindaco. Molti scommettono sul ballottaggio sul filo di lana, che per Cagliari, città da (quasi) sempre governata dal centrodestra, sarebbe una rivoluzione. La Calabria (Cosenza, Catanzaro, Reggio Calabria e Crotone) invece è una sfida tutta in salita per il centrosinistra frammentato. Con l’eccezione di Crotone dove Dorina Bianchi (ex Pd, poi Udc, liquidata da Casini dopo il feeling sul palco del comizio con l’alleato Berlusconi) ha totalizzato un numero di handicap che rende ancora più forte il sindaco uscente e ricandidato del centrosinistra Peppino Vallone. Votano per il sindaco tra le altre città Varese, capitale leghista; la “rossa” Siena; Novara, Savona, Rovigo; Salerno (dove l’uscente De Luca è popolarissimo). Tra le Province da rinnovare ci sono Pavia, Mantova, Ravenna. Molte le curiosità : il candidato più anziano a Busto Arsizio, ha 83 anni, si chiama Gian Pietro Rossi; già nel 1961 a 33 anni fu eletto sindaco, era il più giovane.
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