Al mercato delle grida
Alla vigilia dei ballottaggi in città importanti come Milano e Napoli ci troviamo in questa situazione: il peso dell’enfasi elettorale è cresciuto così a dismisura da farci smarrire ogni contatto con la realtà . Si critica molto il Grande Fratello televisivo, ma mai come ora abbiamo avuto la sensazione di vivere in un reality, dove l’insulto è libero, la carognata metodo e il voltafaccia prassi quotidiana. Sono elezioni amministrative, si dovrebbe discutere di cose concrete e invece assistiamo alla più feroce, alla più astratta, alla più miracolistica forma di proselitismo finora mai attuata: in premio persino due ministeri a Milano! Come se l’intesa fra amministratori e amministrati fosse un brutto format, come se il rapporto fra ribalta e retroscena fosse del tutto arbitrario (non a caso, le parole più sincere di questa campagna sono quelle rubate a un «fuori onda» , quando Formigoni se l’è presa con la Moratti e la Santanchè). Di questa competizione elettorale, nei tanto invocati «faccia a faccia» di Sky, ci sono rimasti in mente due episodi: Letizia Moratti che accusa Giuliano Pisapia di essere un ladro, Luigi de Magistris che accusa Gianni Lettieri di mettere Napoli «nelle braccia della camorra» . Così l’insulto fa presto a tracimare dalla tv ai giornali, dai giornali al Web, dal Web al passaparola. Ecco, i due poli di questa campagna sono proprio questi e vanno ben oltre le tradizionali «sparate elettorali» : da una parte, l’ «offesa dell’ultimo minuto» , anche la più feroce, affrancata ormai dall’idea che ogni accusa vada provata, che ogni menzogna vada risarcita; dall’altra la «promessa dell’ultimo minuto» , un tipo di impegno che non ha bisogno di essere giustificato con la sua sostenibilità , ma che è lanciato apposta per stupire, secondo il metodo delle televendite. Ha importanza se l’Ici ha messo in crisi i Comuni, se l’Ecopass è stato voluto proprio dalla Moratti? E Pisapia non dovrebbe spiegare con chiarezza se il suo programma prevede o no una maggiore tassazione per i cittadini? Da questo punto di vista si spiega molto bene l’offensiva mediatica di Silvio Berlusconi, l’occupazione selvaggia dei telegiornali, la sua crociata contro il «pericolo comunista» , la demonizzazione dell’avversario. Si spiega bene, ma altrettanto bene non si giustifica, aggiunge solo distorsione a distorsione. Se al primo turno la Moratti non è riuscita a ottenere la vittoria, la colpa non è di chi le ha organizzato la campagna elettorale, amministrando lei la città dal 2006. Le previsioni fosche delle agenzie di rating sullo stato di salute dell’economia italiana si basano sulle cifre non sulle promesse. Per riconquistarci un futuro dobbiamo tornare ad affrontare i problemi concreti, a fare i conti della serva, a guardare in faccia gli uomini che ci devono guidare, a considerare i cittadini come cittadini. Non sempre chi vuole il nostro bene viene votato: e il motivo è lo stesso per cui la correttezza viene spesso scambiata per viltà .
Related Articles
Rai, la Lei impone Maccari al Tg1 Cda spaccato, Rizzo Nervo si dimette
Garimberti: “Azienda ingovernabile, mi appello al governo”
La cancellazione dell’informazione come bene pubblico, oggi la protesta
Tagli all’editoria. Oggi alle 10 la protesta del sindacato dei giornalisti (Fnsi) a piazza Montecitorio. Una rappresaglia contro la stampa indipendente, mentre in Europa è tutelata
Addio all’editore Arthur Sulzberger fece grande il New York Times