Al Gore: “Sky oscura Current Murdoch ci vende al premier”

by Editore | 20 Maggio 2011 6:35

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ROMA – L’Al Gore dell’epica battaglia con George Bush, nelle elezioni americane del 2000, è ormai una figura del passato. L’Al Gore che conosciamo oggi è il premio Nobel, ambasciatore nel mondo dei pericoli dell’effetto serra. Ma in realtà  gran parte dell’attività  quotidiana del Gore di oggi è assorbita da un compito che lui ritiene alle radici della politica: la costruzione e la difesa di una informazione libera e indipendente. Su questo terreno, dice, si gioca il presente, oltre che il futuro della democrazia. Se oggi Gore è venuto in Italia, è perché nel caso specifico – qui e ora, sostiene – si tratta dell’informazione e della democrazia italiane. In ballo, c’è il futuro di Current Tv, il mix di Internet e televisione che è creatura diretta dell’ex candidato democratico. In Italia, Current viene trasmessa, via satellite, da Sky, la tv italiana di News Corp., cioè di Rupert Murdoch. Ma, presto, non più.

«Stavamo trattando tranquillamente, con Sky Italia, il prolungamento del nostro contratto, quando, a sorpresa, ci hanno detto che ci avrebbero tagliato dalla piattaforma del satellite».
Cioè, Sky Italia vi vuole oscurare?
«Niente affatto. Sky Italia non c’entra nulla. Sono persone meravigliose, con cui abbiamo sempre lavorato benissimo. La decisione è stata presa a New York. Ci hanno detto che dovevano verificare la questione del contratto con il quartier generale di News Corp. in America e, quando ci siamo rivisti, ci hanno comunicato che il contratto non sarebbe stato prolungato. Devo dire che i nostri interlocutori di Sky Italia erano imbarazzati».
E perché questa decisione improvvisa?
«A quanto ci hanno spiegato, in via informale, i nostri interlocutori, la decisione è stata presa perché, dal mese prossimo, su Current americana partirà  il programma di Keith Olbermann, il conduttore che aveva già  dovuto lasciare la sua rete, la Msnbc, per i suoi programmi contro Murdoch. Lo potremmo definire il nostro Santoro».
Ma Murdoch trasmette Current anche in Inghilterra, dove non è cambiato niente. Perché prendersela solo con la Current italiana?
«Perché Current italiana è il nostro canale estero di maggior successo».
Una rappresaglia, insomma.
«Sì, ma c’è anche un risvolto specificamente italiano. Noi siamo stati pesantemente criticati dai media vicini al premier per i nostri servizi e per documentari, come “Citizen Berlusconi”».
Veramente, sembra strano che Murdoch, dopo tutte le polemiche, voglia fare piaceri a Berlusconi.
«Si sbaglia. E’ cambiata l’aria fra Murdoch e Berlusconi. Trovo più che curioso che questa decisione venga nel momento in cui News Corp. sta trattando con il governo per entrare nel digitale terrestre».
Ma la versione ufficiale qual è?
«Risparmiare soldi. La verità  è che danno più soldi ad altri 14 canali, che hanno meno audience. Current Italia è un grande successo. Abbiamo vinto un premio come migliore canale news, insieme alla Bbc. La nostra audience sta schizzando verso l’alto: ogni settimana, un utente Sky su tre si sintonizza su Current».
Diceva che avevate ricevuto pressioni
«Sì, soprattutto per i documentari. Ma noi siamo indipendenti. Quando abbiamo lanciato Current, avevo promesso che non ci saremmo piegati alle pressioni. Non l’abbiamo fatto e non lo faremo. Non siamo anti-berlusconiani, ma continueremo a seguire le notizie in modo equo ed indipendente. E voglio lanciare un appello: se volete vedere ancora Current, chiamate Sky e minacciate di annullare l’abbonamento se non c’è più Current. Non si tratta solo di difendere noi».
Cioè, Current è un simbolo?
«Molto di più. Siamo l’unico canale tv indipendente in Italia. La democrazia, qualsiasi democrazia, ha bisogno di un giornalismo libero e di una tv senza paura e senza ideologie».
Ma l’ascesa dei nuovi media non era anche il tramonto della tv? 
«No, la tv è tuttora il mezzo principale per la comunicazione politica. In America, l’80% dei soldi delle campagne elettorali va tuttora alle tv. Internet offre un milione di siti e, un giorno, troverà  un modello di business capace di supportare un giornalismo efficace, ma oggi non c’è. I blog fanno grandi cose, ma sono rari gli esempi di giornalismo d’inchiesta».
Ci sono i giornali
«E’ diverso il tipo di comunicazione. La televisione cattura gli occhi e il cervello. Pensi all’importanza di quello che chiamano “l’effetto traino”, il peso del programma che precede il tg, perché la gente è talmente impigrita che non manovra neanche il telecomando. Per questo dico: il tipo di giornalismo che si fa in tv è cruciale per la democrazia».
E’ più facile da controllare?
«Certo. I giornali sono tanti, le tv poche e possono mettere a tacere le voci scomode. Attenzione: se il giornalismo è deciso da una sola persona o da pochi gruppi, la democrazia è minacciata. I nostri padri fondatori, quando hanno steso la Costituzione, l’avevano capito: a prescindere dall’ideologia, non bisogna dare troppo potere ad una persona sola».

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