Aids: l’Italia chiede all’Onu la cancellazione della “riduzione del danno”

by Sergio Segio | 20 Maggio 2011 13:55

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Il governo italiano ha chiesto all’Onu la cancellazione della dicitura “riduzione del danno” (“harm reduction”), definizione che indica l’insieme delle buone pratiche per ridurre le morti e le patologie dovute agli stupefacenti, salvaguardando la salute pubblica. La richiesta è stata avviata in vista del Meeting di Alto Livello per la Revisione generale della problematica Aids dell’Ungass (Assemblea Generale delle Nazioni Unite), che si terrà  a New York dall’8 al 10 giugno. È quanto riferisce Lila, la Lega Italiana per la Lotta contro l’Aids. Il Meeting Onu produrrà  una dichiarazione, che verrà  adottata dagli Stati membri, in merito all’epidemia globale di Hiv a trent’anni dal suo inizio. In occasione di questo evento, “l’Italia ha avanzato la ridicola richiesta di stralciare una definizione, specifica delle problematiche droga correlate, regolarmente adottata dalla letteratura scientifica come dai documenti di tutte le maggiori istituzioni sanitarie globali”, denuncia Lila.

“Ignoriamo a tutt’oggi quali altri contributi intenda portare a New York l’Italia, unico paese del G8 a non versare ormai da anni la quota promessa al Fondo Globale per la lotta a Aids, tubercolosi e malaria – continua Lila -, ma non possiamo non rilevare che nelle sedi internazionali l’Italia sta perdendo ogni credibilità  diplomatica. Vedere in questa situazione che c’è inoltre chi avanza posizioni ideologiche e contrarie a ogni evidenza scientifica, chiedendo che la Ungass prenda una posizione più arretrata delle precedenti, non può non preoccuparci ulteriormente”.

“Ieri a Ginevra abbiamo firmato un accordo di cooperazione fra Croce Rossa e Mezzaluna Rossa e l’Unodc (Ufficio delle Nazioni Unite contro la Droga e il Crimine) – dichiara Massimo Barra, fondatore nel 1976 di “Villa Maraini” ed ex presidente della Croce Rossa Italiana -, che prevede il potenziamento delle politiche di riduzione del danno e della tutela dei diritti umani. Da oltre vent’anni utilizziamo in tutte le sedi tale corretta terminologia, e non intendiamo abbandonarla”.

“Proprio l’Italia, che è stata pioniera nella distribuzione di siringhe sterili e terapie di mantenimento, riuscendo così a fermare il dilagare dell’epidemia nella popolazione tossicodipendente – afferma la presidente Lila Alessandra Cerioli – ora si fa promotrice di una posizione di retroguardia, che non tiene conto delle attuali emergenze: le infezioni da Hiv sono infatti in forte  aumento nell’Europa dell’Est e nell’Asia Centrale, proprio a causa dell’assenza in quelle aree di politiche di riduzione del danno”. Secondo la Cerioli la richiesta dell’Italia sarebbe spalleggiata dalla Russia, “dove la riduzione del danno non è certo ancora una priorità  e dove secondo l’Unaids oltre l’80 per cento delle infezioni da Hiv è dovuto, non a caso, allo scambio di siringhe”.

 

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