Addio Nato e mamma America glossario delle verità  scadute

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Nelle crisi vince chi dimentica prima. Per orientarsi nel vortice del cambiamento l’urgenza è disapprendere. Liberarsi dalle certezze dell’abitudine per aprirsi a nuove strategie cognitive. Da convalidare o confutare nelle prassi. Ma se non inibiamo quel passato che ci impedisce di progettare il futuro, finiamo travolti dal presente. Prigionieri del contingente, dimensione unica dell’agire. (…) L’esperienza della guerra di Libia ci suggerisce un glossario delle verità  cui non dobbiamo più credere, perché scadute, se teniamo a resuscitare il soggetto geopolitico Italia. In ordine analfabetico. Papà  Europa – L’attacco a Gheddafi nasce da un tentativo di colpo di Stato in corso da mesi, programmato da alcuni esponenti del regime in contatto con l’intelligence francese, che ha incrociato la rivolta popolare di Bengasi quando non era ancora maturo per scalzare il Colonnello. Di qui lo stallo in corso. Solo la Gran Bretagna ha collaborato all’iniziativa francese, poi enfatizzata da Sarkozy per fini elettorali, quando si illudeva che Gheddafi sarebbe caduto in un paio di giorni. Nel gergo interno della burocrazia francese, pare qualcuno la battezzasse “Operazione Eliseo”. Sarkozy e il meno entusiasta Cameron, reduci dall’entente frugale con cui avevano affidato a una cassa comune i rispettivi apparati strategici, troppo costosi in tempi d’austerità , rispolverano così il glorioso e rissoso tandem coloniale anglo-francese. Lo stesso che si scontrò a Fashoda (1898) o si associò nella patetica impresa di Suez (1956), stroncata da Eisenhower. Con buona pace della pallida trojka brussellese (Barroso, van Rompuy, Ashton) e contro il principale partner europeo, la Germania. Senza peraltro curarsi della presunta potenza regionale europea, l’Italia alleata di Gheddafi. In Libia, come altrove, l’Unione Europea non esiste. Mamma America – L’America esiste, eccome. Ma ha smesso di fare la mamma. Non ha tempo, non ha soldi e anche i soldati scarseggiano. Si è stancata di correggere la postura dei piccoli europei che non rinunciano a pensarsi Grandi o si fingono bebé per succhiare ancora il latte materno. È il caso di noi italiani, per quarant’anni coccolati come spetta a chi funge da rete su cui e in cui per geografia (non solo) finivano i colpi scambiati tra Est e Ovest. E tuttora convinti che lassù a Washington qualcuno ci ami di specialissimo amore. Ogni tanto alla Casa Bianca si cede a qualche antico riflesso, più sentimentale che strategico. Come quando Obama, pressato dalla disinformazione mediatica che produce i riflessi umanitari cui nessun presidente americano può restare indifferente, scambia la Libia per il Ruanda o la Bosnia, si illude che Sarkozy abbia ragione nel prevedere l’imminente resa di Gheddafi e si appresta a dargli la spallata decisiva. Ma solo dall’aria e per un paio di giorni. Salvo dover poi ricalibrare l’approccio minimale perché non funziona. I tempi della Normandia o financo del Kosovo sono scaduti. Se gli europei vogliono la guerra, se la facciano da soli. La Nato è la più grande alleanza della storia – Lo era. Non più. Lo era quando si trattava di garantire che gli americani fossero dentro l’Europa, i russi fuori e i tedeschi sotto. Non lo è più da quando ha vinto la guerra fredda. Sicché gli americani sono sempre più fuori, i russi sempre più dentro e i tedeschi non più sotto. Per effetto della combinazione fra i due primi lemmi del glossario, l’asse euroatlantico non gira più. La Nato resta un magazzino militare dotato di strumenti e procedure standard cui ciascuno attinge come può. Risultato: in Libia solo una minoranza dei soci atlantici bombarda il “nemico” Gheddafi. Lo dice l’Onu – L’Onu non ha mai detto nulla di rilevante se non attraverso il suo Consiglio di Sicurezza, cogestito dai suoi cinque membri permanenti. Tale gabinetto non decide nulla. Maschera le scelte dei cinque con una foglia di fico che tutti vedono tranne noi. Troppo impegnati a studiarne la Carta, nell’ammirevole convinzione che un qualche decisore in qualsiasi angolo del mondo abbia mai stabilito qualcosa solo dopo averla letta e opportunamente glossata. Nel caso libico, le risoluzioni 1970 e 1973 sono il compromesso, come sempre studiatamente ambiguo in modo da consentirne ogni lettura, stipulato tra Francia, Gran Bretagna e Stati Uniti. E non ostacolato da Cina e Russia. Medvedev e Hu Jintao non volevano perdersi lo spettacolo degli occidentali impantanati nell’Operazione Eliseo. In attesa di passare all’incasso. (…)


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