Accelerati lavori a casa e appalti mutui rinegoziabili per redditi bassi

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ROMA – Rinegoziazione dei mutui per i meno abbienti, incentivi per le assunzioni al Sud, meno burocrazia per imprese e cittadini, anche per quelli che vogliono ristrutturare casa. Il decreto sviluppo arriva in porto con un pacchetto di misure che domani sarà  esaminato dal consiglio dei ministri. Sarà  a costo zero, ma non conterrà  l’annunciata manutenzione dei conti pubblici 2011 da tre miliardi, concordata con l’Ue, che dovrebbe slittare a giugno. Calcolato in 10-12 miliardi, invece, l’impatto positivo per le imprese dalla riduzione della burocrazia. Il capitolo più corposo del decreto riguarda la casa. È in arrivo una clausola salva mutui per aiutare le famiglie in difficoltà  con le rate. Ieri l’Euribor a tre mesi, il tasso di riferimento per i mutui casa, è salito oltre l’1,4%, il massimo da due anni. Una corsa che si traduce in una stangata fino a 348 euro all’anno per chi ha un tasso variabile. Ora arriverà  una clausola che permetterà  ai meno abbienti di rinegoziare i mutui a tasso variabile fino a 150 mila euro. La rinegoziazione potrà  essere chiesta fino al 30 aprile 2012, ma solo da chi ha un reddito sotto i 30 mila euro (come parametro verrà  usato l’Isee, Indicatore situazione economica equivalente) e non ha ritardi nei pagamenti. Ma il decreto vuole rilanciare anche il “piano casa” con una riapertura dei termini per consentire alle Regioni di modificare le leggi (e superare così i paletti posti dagli enti locali nel 2009). Dovrebbe essere confermato l’impianto del piano con ampliamenti delle abitazioni del 20% (30% in caso di demolizioni), il meccanismo della ristrutturazione semplificata con il silenzio-assenso e la sola Scia (Segnalazione certificata di inizio attività ) e gli sgravi senza l’obbligo della comunicazione di inizio lavori all’Agenzia delle Entrate. Per i cittadini anche uno smaltimento delle procedure fiscali e della burocrazia. Per dipendenti e pensionati viene eliminata la comunicazione annuale per le detrazioni fiscali per i familiari a carico. Nel provvedimento dovrebbe essere inserito anche il “documento unico”, ossia la carta d’identità  elettronica che riassume codice fiscale, tessera sanitaria, patente e passaporto e per il quale verrà  cancellato il limite di età . Quasi certa l’esclusione dallo spesometro (l’obbligo di registrazione delle spese sopra i 3.600 euro) dei pagamenti elettronici e degli assegni. Nel decreto anche l’assunzione spalmata in tre anni dei precari della scuola. Corposo anche il pacchetto di misure per le imprese. Torna il credito d’imposta per chi assume lavoratori svantaggiati al Sud e per chi investe in ricerca nelle università . Arrivano i cosiddetti distretti “balneari” con burocrazia zero e agevolazioni per le imprese turistico-alberghiere. Il regime fiscale europeo, inoltre, si estende anche a gruppi di imprese e viene cancellato il limite temporale di tre anni. Una novità  questa che si innesta sul decreto di aprile per introdurre un fisco “all’irlandese” e attrarre capitali europei: in pratica i residenti all’estero, sia persone fisiche che società , che avviano attività  in Italia avranno un regime fiscale agevolato. Novità  anche per gli appalti con la soglia per le trattative private che sale da 500 milioni a un miliardo e l’obbligo di consultare dieci imprese. Allo studio un disincentivo ai ricorsi delle imprese. Sale il tasso di usura dal 16,695% al 17,84%, per facilitare il credito, norma che era stata stralciata dal milleproroghe. Stop infine alla carta carburante per chi paga con carta di credito o bancomat. Alta tensione, invece, nella maggioranza sul compenso di forze armate, polizia e vigili del fuoco. Difesa e Interni volevano trasformare gli assegni “una tantum” in veri e propri aumenti, contro il parere del Tesoro. Dopo un chiarimento è passata la linea di Tremonti e la Camera ha votato il decreto che passa ora al Senato. Ma il relatore Marcello de Angelis si è dimesso.


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