A Wall Street torna la febbre per le stelle della New economy

by Sergio Segio | 11 Maggio 2011 7:50

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MILANO— Con il take over da 8 miliardi su Skype la Wall Street 2.0 passa ufficialmente dalle chiacchiere ai fatti: la voglia di New economy non è più solo nell’aria. È vero che anche altri big del settore avevano già  corteggiato Skype. Mentre Google aveva tentato di acquistare per oltre 6 miliardi Groupon, il nuovo fenomeno del «social shopping» , una piattaforma nata a Chicago che permette di avere forti sconti nell’acquisto di prodotti e servizi grazie alla massa critica raggiunta dai suoi utenti. Il rifiuto del fondatore Andrew Mason aveva di fatto sostenuto la febbre da New economy alimentando l’idea di valutazioni senza limite. La stessa cosa è successa con le quotazioni teoriche su Facebook: l’acquisto, lo scorso gennaio, di un grosso pacchetto di azioni da parte di Goldman e dei russi di Digital Sky Technologies ha spinto il valore dell’impero dei social network fino a 50 miliardi di dollari, oltre il doppio della già  stratosferica Ipo di Google nel 2003 (23 miliardi). Fonti anonime del Wall Street Journal si sono spinte a parlare di una quotazione da 100 miliardi, un prezzo probabilmente assurdo che renderebbe l’antipatico ma invidiato protagonista di «The social network» , il fondatore Mark Zuckerberg, padrone di un pacchetto di azioni pari a 2,5 miliardi, In scia ci sono già  Twitter, Hulu e Zinga pronte ad ammaliare gli azionisti. Ma che sia l’effetto Facebook, la crisi con la relativa assenza di alternative appetibili, o sul serio la nascita di qualcosa di intangibilmente sostanzioso — le nuove fondamenta dell’economia digitale— l’operazione su Skype accelera il passo per tutti. È una fuga. Fino ad oggi, appunto, le cifre e i rilanci erano materiale per i giornali. Ieri l’assegno da 8 miliardi è uscito invece dal mondo del bit per diventare moneta analogica sonante. E anche se il risultato concreto è stato quello di sottrarre una preda dalle prossime quotazioni al Nasdaq — il percorso per lo sbarco era già  stato avviato— il peso e la consistenza che la voglia di New economy ne trarrà  sarà  alto. Da ieri è evidente che la mossa dei tre fondatori di Groupon che solo pochi mesi fa erano stati presi per pazzi è stata invece una coraggiosa presa di posizione da cui trarranno vantaggio. L’asticella ora è più in alto. Basterebbe ricordare che eBay, che aveva acquistato Skype per 2,5 miliardi, ne aveva rivenduto la maggioranza a una cordata, tra cui i fondatori, per soli due. Certo si tratterà  di capire come la Microsoft vorrà  valorizzare l’acquisizione: integrandolo con Windows 7 in maniera tale da creare una perfetta triangolazione con l’accordo fatto con Nokia? I nuovi smartphone che nasceranno dalla triplice alleanza potrebbero contare così sul diffuso popolo di Skype. Ma per Microsoft è anche un’operazione di lifting: il vecchio colosso di Redmond sa da tempo che il ricco flusso che deriva dalle licenze di Office and Co. è destinato ad assottigliarsi sempre di più. E con Skype il gruppo tenta di passare nella nuova era della comunicazione sociale. Dirà  il tempo se riuscirà  anche a diventare più giovane di qualche anno e non solo a sembrarlo.

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