A Giovanardi la delega per le politiche contro l’Aids
Roma – Le politiche di prevenzione di lotta contro Hiv/Aids in Italia e nel mondo sono state consegnate nelle mani del sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega alla Droga e alla Famiglia Carlo Giovanardi. In vista del prossimo Meeting di Alto Livello dell’Onu in materia di Hiv/Aids (Ungass) che si terrà a New York ai primi di giugno, le regole le detta infatti il Dipartimento Politiche Antidroga che fa capo alla Presidenza del Consiglio, come chiaramente emerso nell’incontro preparatorio al Meeting che si è svolto lunedì scorso presso il ministero degli Affari esteri.
“Come già denunciato dalle associazioni italiane – si legge in una nota della Lila – l’unica (l’unica!) proposta avanzata in sede Onu da parte del governo italiano è la cancellazione della dicitura “riduzione del danno” dal documento su Hiv/Aids che verrà licenziato dal Meeting Onu e che dovrà essere adottato dagli Stati membri. Una proposta sostenuta solamente, oltre che dall’Italia, da Vaticano, Russia e Iran. Alla quale va ora aggiunta la richiesta di cancellazione della dicitura che fa riferimento dei programmi con terapie sostitutive per gli oppiacei (per esempio metadone e buprenorfina), come risulta da documenti ufficiali”.
Ora “il veto italiano alla definizione di riduzione del danno rischia di minare l’intervento globale contro la diffusione dell’Hiv come descritto e promosso dalle maggiori agenzie sanitarie e non solo: Unodc, Unlaids, Organizzazione mondiale della Sanità , Commissione Europea e molte altre. In molti Paesi i pochi interventi sanitari rivolti ai consumatori di sostanze sono fondati proprio sull’appoggio delle agenzie internazionali”.
Le associazioni di lotta all’Aids e di difesa dei diritti civili intendono denunciare e osteggiare tale irresponsabile comportamento in tutte le sedi possibili, nazionali e internazionali. Anche tenendo conto dell’impotenza più volte espressa, da parte di rappresentanze ufficiali, a fronte di direttive indiscutibili che “provengono direttamente da Roma”.
La Lila condanna poi le “scelte di non intervento che in questo paese conosciamo bene: non si fa alcunché, perché sennò poi chissà che succede. E così quello che succede è che le infezioni in Italia sono in aumento e che nel mondo si continua a infettarsi e a morire di Aids nonostante esistano terapie in grado di evitare la progressione della malattia e di frenare il contagio, anche con la complicità italiana”. E ora la “scelta di affidare l’ultima parola sulla posizione italiana nella lotta contro l’Aids al sottosegretario Giovanardi e al suo Dipartimento Antidroga, presente in una riunione in cui ha brillato di converso l’assenza del ministero della Salute che, invece, nel resto del mondo e anche in Italia è il vero regista delle politiche di lotta all’Aids sia sul piano nazionale che internazionale. Giovanardi, il senatore che si è appena scagliato contro la sobria pubblicità dell’Ikea che raffigurava una famiglia composta da due persone dello stesso sesso”. La nota è firmata da Lila,
Anlaids, Nadir onlus, Osservatorio Italiano sull’Azione Globale contro l’Aids, Nps Italia Onlus; Arcigay, Movimento identità Transessuale, Mario Mieli, Circolo di Cultura Omosessuale, Comitato per i Diritti Civili delle Prostitute, Cnca, Villa Ma, Forum droghe.
Dello stesso avviso il Gruppo Abele, che chiede al governo “di rivedere la propria posizione e di sospendere la richiesta di stralcio della definizione ‘riduzione del danno’ dal documento che verrà presentato in sede Onu; che siano rispettate le funzioni delle persone incaricate sia in Italia che nelle sedi internazionali di occuparsi di lotta contro l’Hiv/Aids, evitando dirigismi che finiscono col mutilare le normali attività di consultazione e di alleanza con i corrispettivi esteri; di conoscere al più presto come sarà composta la delegazione di New York e se sia stata prevista, e in quale forma, la presenza del mondo delle associazioni così come raccomandato dalle stesse Nazioni Unite. Infine chiede al governo di chiarire quali siano le sue priorità in materia di lotta contro l’Hiv/Aids. Se la linea è quella di avviare finalmente adeguate politiche di prevenzione a tutela della salute pubblica fondate sull’evidenza scientifica e sulle indicazioni delle agenzie internazionali oppure di insistere su posizioni ideologiche che rischiano di far tornare indietro di 20 anni la lotta all’Aids.
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