Via Campesina: “L’agricoltura contadina può alimentare il mondo”
Lo hanno affermato le organizzazioni di contadini di tutto il mondo in occasione della Giornata Internazionale della Lotta Campesina, celebrata lo scorso 17 aprile con azioni in tutto il mondo. Data scelta per commemorare il quindicesimo anniversario della morte di 19 contadini uccisi dalla polizia a Eldorado dos Carajas in Brasile.
La crisi alimentare attuale dimostra che il sistema alimentare industriale predominante ha fallito e che il primo Obiettivo del Millennio, che propone di dimezzare il numero di persone che soffrono la fame entro il 2015 è ben lontano dall’essere raggiunto. In realtà avvisano dall’organizzazione Via Campesina la fame e l’insicurezza alimentare stanno aumentando. Un miliardo di persone soffrono la fame, un altro miliardo la denutrizione, mentre un altro miliardo ha dei problemi di sovralimentazione, paradossi del sistema.
Terra, sementi e acqua continuano ad essere privatizzate e ad essere cedute all’agroindustria. Questo ha costretto i membri delle comunità rurali a emigrare verso le città , abbandonando terre fertili che nel frattempo sono invece sfruttate dalle multinazionali per produrre agrocombustibili, biomassa, alimenti destinati ai consumatori dei paesi ricchi, o ancora mangimi per animali da allevamento.
E mentre all’ultimo vertice di Davos i governanti del mondo si sono impegnati a concludere il Doha Roundentro l’anno, ufficialmente per “per evitare al mondo future crisi alimentari ricorrenti”, in realtà l’attuale crisi alimentare dimostra che una maggiore liberalizzazione dei mercati non aiuta ad alimentare il mondo ma solo ad aumentare il numero di persone che soffrono la fame, e ad escludere i contadini dalle terre. Gli alimenti sono entrati nei mercati speculativi come qualsiasi altra merce, relegando a marginale la loro funzione fondamentale: sfamare le persone. Per questo anche Unimondo aderisce alla campagna “Sulla fame non si specula“. In borsa i prodotti alimentari sono semplici merci sulle quali gli investitori possono depositare o ritirare miliardi di dollari improvvisamente, scommesse che provocano la miseria dei più vulnerabili.
Qualcuno sta sbagliando qualcosa. Per questo la Via Campesina – movimento che rappresenta più di 200 milioni di piccoli produttori in tutto il mondo – insieme ad altre organizzazioni propongono la sovranità alimentare come una forma di produzione e distribuzione giusta ed efficace. “Mettere in pratica la sovranità alimentare significa difendere l’agricoltura di piccola scala, la agroecologia e la produzione locale in tutto il mondo quando è ancora possibile” scrivono nel comunicato diffuso in occasione della giornata. Questo richiede che i governi appoggino questo nuovo paradigma dando ai contadini accesso alla terra, all’acqua, alle sementi, ma anche al credito, all’educazione, proteggendoli dalle importazioni a basso costo.
Una delle azioni più importanti della giornata di Lotta Campesina è stata la pubblicazione di unadichiarazione internazionale contro le appropriazioni di terre definite responsabili, sottoscritta tra gli altri da Amici della Terra Internazionale, Campagna Globale per la Riforma Agraria, il Foro Mondiale dei Popoli Pescatori, GRAIN, La Via Campesina, Land Research Action Network e dalla Rete Sociale di Giustizia e Diritti Umani. Pubblicazione fatta a pochi giorni dall’incontro che si è tenuto nella sede della Banca Mondiale per decidere come rendere operative quelle che sono state battezzate acquisizioni responsabili di terra.
I movimenti sociali e le organizzazioni della società civile che hanno sottoscritto la dichiarazione mettono però in guardia in guardia dalle false “acquisizioni responsabili” e si stanno mobilitando per fermare quelli che secondo loro sono invece veri e propri accaparramenti di terra, che stanno lasciando sempre più contadini e popoli indigeni fuori dai loro territori.
Gli attivisti denunciano che nei 7 Principi di Investimento Agricolo Responsabile promossi da Banca Mondiale, Fondo Internazionale di Sviluppo Agricolo, Conferenza delle Nazioni Unite per il Commercio e lo Sviluppo e Organizzazione per l’Agricoltura e l’Alimentazione la parola “responsabile” sia usata solo per ingannare persone e governi. Questi ultimi non sono infatti mai stati chiamati ad esprimersi su questi principi.
Secondo Henry Saragih, della Vàa Campesina “La crisi nei prezzi alimentari è da addebitarsi alla mercificazione degli alimenti. I principi responsabili di investimento agricolo legittimeranno l’accaparramento di terre in una maniera peggiore di quanto non sia successo durante l’epoca coloniale. Le multinazionali si impossesseranno di terre di tutti i tipi e di tutte le misure. Non rimarrà spazio per i contadini, i popoli le comunità . Questo tipo di produzione agricola sta provocando uno stile di vita dipendente da poche multinazionali.”
I principi erano già stati criticati l’anno scorso anche da Olivier de Schutter – Relatore speciale per il diritto all’alimentazione delle Nazioni Unite – per essere pericolosamente inadeguati dichiarando: “E’ un peccato che anziché metterci all’altezza della sfida che implica sviluppare l’agricoltura in modo che sia più sostenibile sia da un punto di vista sociale che da un punto di vista ambientale, facciamo di tutto per accelerare la distruzione dell’agricoltura contadina, come se questo possa farsi in maniera responsabile”.
Related Articles
Architettura solidale: costruire un mondo migliore è possibile
Dal sito di habitissimo.it un esempio di buone pratiche. Anche l’architettura può essere esempio che tiene assieme funzionalità, bellezza e solidarietà, divenendo architettura solidale
Sull’orlo del collasso
La Grande barriera corallina, vanto dell’Australia, sta morendo. Oltre metà dei suoi coralli sono morti negli ultimi 27 anni, e considerato il ritmo della distruzione il collasso definitivo potrebbe avvenire nei prossimi dieci anni – a meno che il governo australiano prendano misure urgenti. Così sostiene uno studio scientifico condotto da un gruppo di ricercatori del Australian Institute of Marine Science (Aims), che sarà pubblicato sul giornale della National Academy of Sciences (ne riferisce l’agenzia Ips, che ha visto un’anticipazione).
In classe si rischia: in Italia ogni tre giorni crolla una scuola
Il rapporto Cittadinanzattiva. Dal 2013 sono stati registrati, in totale, 276 episodi di questo genere, 39 persone hanno perso la vita