Strappo della CGIL: 1 maggio da sola a Bologna
A ufficializzare la decisione, con una lettera al segretario locale della Cisl, è stato il responsabile della Camera del Lavoro, Danilo Gruppi: «Contro di noi ci sono stati troppi atti ostili che non possiamo tollerare. E’ arrivato il momento di reagire. Questa volta ciascuno si farà le proprie iniziative, non ci sono le condizioni per una gestione tradizionale». La replica di Cisl e Uil non si fa attendere. Alessandro Alberani, numero uno della Cisl locale, accusa la Cgil di «gesto di arroganza inaudita. Dal 1944 a Bologna la festa è stata unitaria. La Cgil fa un grave errore che offende i lavoratori». La Uil parla di «scippo…è inconcepibile ed inqualificabile che un sindacato impedisca ai lavoratori che non possiedono quella tessera di celebrare la loro festa perché, con un preparato colpo di mano, ha prenotato piazza Maggiore». Il segretario della Cisl bolognese oggi riunirà l’esecutivo. «I miei – spiega Alberani – vorrebbero sfilare in mezzo alla Cgil, ma io li ho richiamati all’ordine per evitare rischi». La polemica si allarga rapidamente a livello nazionale. Raffaele Bonanni accusa la Cgil di Bologna di avere una «posizione estremista ed intollerabile». E avverte che comunque «non saranno quelli della Cgil di Bologna a mettere in discussione quello che abbiamo stabilito a livello nazionale». Getta benzina sul fuoco Giorgio Cremaschi, presidente del Comitato centrale della Fiom: «La Cgil di Bologna ha fatto bene, la decisione andrebbe estesa a tutta Italia perché a cinque giorni dallo sciopero generale (il 6 maggio; n.d.r.) una manifestazione unitaria sarebbe un’ipocrisia». Dalla confederazione, guidata da Susanna Camusso, arriva una puntualizzazione che conferma la volontà di non rompere con Cisl e Uil, ma che non sconfessa neppure la Camera del lavoro di Bologna: «La festa si celebrerà a Marsala e sarà unitaria, la scelta unitaria per noi è importante, pur consapevoli del fatto che stiamo attraversando una stagione difficile sul versante dei rapporti tra le organizzazioni. Per questa ragione in tutte le situazioni nelle quali esistono le condizioni unitarie, la nostra organizzazione conferma il valore di questa decisione e la difende. Allo stesso modo però, laddove esse non dovessero verificarsi, come è sempre stato, la Cgil sceglierà di celebrare la Festa del lavoro in modo autonomo». Il primo maggio da separati a Bologna, secondo il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi «la dice lunga su un Paese diviso, nel quale si perdono anche i valori condivisi. Credo che occorrerebbe un confronto sincero fondato sul reciproco ascolto».
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