Stragi in Costa d’Avorio. Nuovo fronte per la Francia
L’Onu ha lasciato il controllo dell’aeroporto alle forze francesi, presenti sotto lo stesso mandato dell’Onu per proteggere i civili. Il Segretario Generale Onu Ban Ki-moon ha chiesto a Ouattara di prendere misure contro i miliziani che hanno partecipato al massacro di 800 persone uccise la settimana scorsa a colpi di machete nella città di Duékoué, accuse che Ouattara continua a smentire. Parigi ha inviato altri 300 uomini nella ex colonia, rinforzi che si aggiungono ai 1.100 soldati già sul terreno. Questo — secondo il portavoce della missione Licorne Frédéric Daguillon — ha permesso ai primi 167 stranieri di lasciare il Paese, da una settimana in piena guerra civile. Circa 1.500 persone (metà transalpini) hanno trovato rifugio nella base della missione ad Abidjan, mentre la popolazione locale è chiusa nelle case. La capitale ieri ha vissuto una giornata di relativa calma, con sporadici scontri. A tuonare è stata la tv pubblica, tornata megafono di Gbagbo: «La Francia si comporta da forza di occupazione. In Costa D’Avorio gli uomini di Sarkozy preparano un altro genocidio stile Ruanda» . La tv ha invitato la gente a uscire per strada e protestare contro «gli occupanti» . Il portavoce delle forze armate francesi, colonnello Thierry Burkhard, ha risposto che l’azione militare all’aeroporto è stata decisa e condotta «in coordinamento con la missione di peacekeeping dell’Onu» , presente con 10mila Caschi Blu per vegliare sull’armistizio del 2003. L’obiettivo «è permettere agli aerei militari e civili di continuare ad atterrare, così che gli stranieri che vogliono partire possano farlo» .
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