Spoleto festeggia l’Unità  con Camilleri e Ghini

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ROMA – Un Festival della memoria, della valorizzazione di personaggi e vicende che hanno segnato storia e cultura di questo Paese». È così che la 54ma edizione del Festival dei 2 Mondi, in programma dal 24 giugno al 10 luglio, viene definita dal direttore artistico Giorgio Ferrara, e l’apertura spetterà  – oltre che all’opera buffa Amelia al ballo di Gian Carlo Menotti con regia dello stesso Ferrara – a un testo su Garibaldi e sulla Sicilia post-unitaria, Cannibardo e la Sicilia, che è una summa di scritture di Andrea Camilleri per Massimo Ghini diretto da Giuseppe Dipasquale. «Nei miei libri faccio spesso accenni critici a vicende politiche e popolari della mia isola, e su invito dell’Istituto Italiano di Cultura di Parigi avevo già  estrapolato alcuni passi relativi a vicende più o meno di 150 anni fa prese da Il filo di fumo, La concessione del telefono, Il birraio di Preston e La bolla di componenda» racconta Camilleri «Per il motivo conduttore mi sono ispirato al romanzo I vecchi e i giovani di Pirandello, un’opera di valenze sociologiche che è uno specchio penetrante della Sicilia e, direi, dell’Italia di allora. E non soltanto». Un percorso agitato di trame e malesseri. «Sì perché dal plebiscito siciliano con soli 667 “no” su 370.000 votanti all’annessione, s’arriva sei anni dopo alla prima rivolta a Palermo contro lo Stato, e a proclamazioni di stato d’assedio come quello per i fasci siciliani su iniziativa del voltagabbana Crispi. Eppure, malgré tout, il sentimento unitario dura, favorito da un’autonomia regionale mai ben sfruttata. Ma molte radici di errori nascono proprio da lì». Per lo spettacolo Camilleri ha ideato parti nuove in funzione di collante. «Nei miei andamenti romanzeschi ho inserito puntualizzazioni storiche, col senno di poi». E Massimo Ghini, col contrappunto di due attori siciliani, è la figura protagonista di questa odissea meridionale. «Affronto varie sotto-storie legate a fatti realmente accaduti o a miserie umane romanzesche – spiega l’attore – partendo dal primo sbarco dei Savoia in Sicilia nel 1713 e mettendo poi a fuoco i sogni e i rapporti difficili con l’Unità  o con Garibaldi, chiarendo quanto abbia dato passionalmente il sud». La struttura del lavoro coinvolge in scena anche l’autore. «Oltre a 18 ouverture di Verdi, c’è un’interazione con immagini di Camilleri che cuce racconti ed eventi reali». Saranno ancora in tema con l’Unità , a Spoleto, il Concerto finale Viva l’Italia! con musiche di Verdi, Patria e Mito di Renato Nicolini con regia di Ugo Gregoretti, e Patrie lettere con Adriana Asti e Giorgio Ferrara.


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