by Sergio Segio | 20 Aprile 2011 16:11
MILANO – “È una città in stato comatoso”: non misura le parole don Virginio Colmegna, presidente della Casa della Carità , nel descrivere la situazione dei servizi sociali a Milano. Secondo il sacerdote, nel capoluogo lombardo “c’è una deriva culturale in cui tutto è ridotto a controllo, ordinanze e rinuncia alle politiche sociali”. Uno sfogo reso pubblico questa mattina durante la firma dell’accordo di collaborazione tra il centro studi Souq della Casa della Carità e la “Conferenza permanente per la salute mentale nel mondo Franco Basaglia” (Copersamm) che prevede l’instaurazione di una rete di servizi di tipo comunitario, “capaci di sostenere i sofferenti di disagio psichico per una loro concreta inclusione sociale”. Con la firma dell’accordo, la Casa della carità entrerà a far parte di una rete mondiale. “In questo modo potrà avvalersi delle conoscenze e dei metodi attuati negli altri paesi”, sottolinea Franco Rotelli, presidente di Copersamm. La Casa della Carità ha accolto in sei anni 1840 di 86 nazionalità , il 60% con problemi mentali.
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