Rinnovabili, bacchettata Ue all’Italia

by Editore | 19 Aprile 2011 7:18

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ROMA – L’Europa ha scelto le rinnovabili ed è allarmata dalla svolta del governo italiano che all’inizio di marzo ha fatto saltare il meccanismo degli incentivi rischiando di tagliare le gambe al settore e di impedire il raggiungimento degli obiettivi fissati per il 2020. Lo rende noto il commissario europeo all’Energia Gà¼nther Oettinger in una lettera indirizzata al ministero dello Sviluppo Economico Paolo Romani che arriva proprio alla vigilia del Solar Day, la giornata di mobilitazione a favore dell’energia pulita: domani mattina sciopero e manifestazione dei sindacati dei metalmeccanici, nel pomeriggio sit-in davanti a Montecitorio di Sos rinnovabili, l’associazione nata sul web. Mentre il decreto Romani raggiunge l’obiettivo di far scendere in piazza assieme, dopo una lunga stagione di polemiche, i tre sindacati confederali, da Bruxelles arriva un giudizio molto netto sull’operato del governo italiano. «Preoccupazioni sono state espresse sul decreto legge italiano attuativo della direttiva 2009/28/CE e, in particolar modo, con relazione alle modifiche degli incentivi per il solare fotovoltaico», scrive Oettinger. «Le modifiche alla disciplina degli incentivi per le rinnovabili che compromettono direttamente o indirettamente investimenti in corso sollevano serie preoccupazioni tra gli investitori, sia nazionali che internazionali. Le conseguenze di tali modifiche sugli investimenti nel settore europeo delle rinnovabili destano la mia preoccupazione». L’Italia – ricorda il commissario – è tenuta a raggiungere il 17 per cento di energia da fonti rinnovabili entro 9 anni. Ma bisogna fare presto perché ritardare significa peggiorare i conti e aggravare i bilanci: «E’ fondamentale che il governo italiano crei quanto prima un quadro interno d’incentivazione chiaro, stabile e prevedibile per garantire lo sviluppo delle rinnovabili, senza correre il rischio che i necessari investimenti privati siano rimandati e diventino più costosi, ostacolando cosi il raggiungimento del suddetto obiettivo». Oettinger infine invita a «intraprendere ogni sforzo per attuare la direttiva 2009/28/CE in maniera stabile e prevedibile e di essere particolarmente cauto nel considerare misure che possano avere ripercussioni sugli investimenti già  effettuati». Un riferimento esplicito alla retroattività  dei tagli decisi dal governo italiano a pochi mesi dal varo di un piano che era stato chiamato triennale. «Bruxelles ha bacchettato Palazzo Chigi sugli incentivi alle fonti rinnovabili», ha commentato il senatore Francesco Ferrante, responsabile per il Pd delle politiche relative ai cambiamenti climatici. «Europa e Italia vanno in due direzioni diverse in materia di green economy. Per uscire dal tunnel in cui siamo finiti bisogna seguire l’esempio della Germania che è diventata leader del mercato decidendo di non imporre un tetto di potenza agli impianti di energia pulita». E l’Europa non è la sola a correre in questa direzione. In California entro il 2020 il 33 per cento dell’energia sarà  prodotta da fonti rinnovabili. Con la nuova normativa si creeranno più di 100 mila nuovi posti di lavoro.

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