Record storico della benzina via ai rincari “salva-cultura”

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ROMA – Sale ancora il prezzo dei carburanti che bruciano un altro record. Ieri la verde ha toccato il nuovo massimo storico a 1,584 euro al litro, il diesel si mantiene di poco sotto quota 1,5 con un massimo a 1,493 euro al litro. È l’effetto dei rincari del petrolio, spinto al rialzo dalle tensioni in Nord Africa e dalla debolezza del dollaro. Ma in Italia il pieno risente anche dell’aumento delle accise sui carburanti, deciso dal governo a fine marzo per ristabilire i finanziamenti al Fus, il Fondo unico per lo spettacolo. L’aumento è «la coda di rialzi sulla rete carburanti frutto del caro-accise e delle tensioni sulle quotazioni dei prodotti petroliferi nel Mediterraneo», conferma Quotidiano Energia che ha registrato i ritocchi dei prezzi raccomandati dalle compagnie petrolifere ai distributori. Shell ha aumentato di un centesimo benzina e diesel, Tamoil di 0,5 centesimi solo sul diesel. Microritocchi (in alcuni casi al ribasso) anche da parte di Eni. Ma i prezzi più alti in media sono quelli dei distributori Q8: 1,584 euro al litro per la verde (record storico) e 1,493 per il diesel. I prezzi più bassi in assoluto sono quelli dei distributori indipendenti (1,495 per la benzina e 1,414 per il diesel, in media). Pompe “no logo” a parte, si risparmia qualcosa alla Esso: 1,577 la verde e 1,488 il diesel. Per il Gpl si va dallo 0,783 al litro della Esso allo 0,797 degli impianti Tamoil. Dal monitoraggio sui prezzi emergono anche gli squilibri sul territorio. La benzina in Campania costa 1,663 al litro, il gasolio siciliano può superare la benzina in Piemonte. Sono diversi i fattori che spingono il prezzo dei carburanti. La corsa del petrolio, innanzitutto, le cui quotazioni risentono delle tensioni in Nord Africa e Medio Oriente. Ieri il Brent, il riferimento per le quotazioni del greggio in Europa, ha superato i 124 dollari al barile, mentre a New York il petrolio ha sfiorato i 112 dollari. Da metà  gennaio, inizio della rivolta in Tunisia, il Brent è salito del 25%, ai massimi dall’agosto del 2008. Pesa anche la perdita di valore del dollaro, moneta di riferimento per gli scambi del greggio. Poi ci sono le accise. Il governo le ha aumentate per rifinanziare il Fus (i fondi per cinema, teatro, musica), una misura presa per compensare la cancellazione del previsto aumento di un euro dei biglietti del cinema. L’incidenza sul prezzo finale sia della benzina che del diesel è di 0,009 euro al litro. I primi effetti si sono avuti questa settimana, proprio in coincidenza degli incrementi dovuti ai fattori internazionali. La Figisc Confcommercio, l’associazione dei distributori, ha calcolato che senza l’aumento delle accise, i rincari registrati in Italia sarebbero stati inferiori alla media dei rincari del mercato internazionale dei prodotti petroliferi. «Nessuna anomalia» anche secondo l’Unione petrolifera che parla di «prezzi in linea con le quotazioni internazionali». Per i prossimi giorni la Figisc prevede prezzi sostanzialmente stabili. Ma potrebbero arrivare brutte notizie da Bruxelles. L’Ue, secondo quanto riporta il quotidiano tedesco Faz, potrebbe decidere già  la settimana prossima un forte aumento della tassazione del diesel, che porterebbe il prezzo finale oltre quello della verde.


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